Il Comune di Napoli querela Claudio Bizzozero. La querelle mediatica che ha travolto il sindaco di Cantù finirà quindi in tribunale: la giunta De Magistris ha ufficialmente incaricato l’avvocatura partenopea di sporgere querela nei confronti di Bizzozero per le offese contenute in un post su Facebook, pubblicato la mattina del 21 marzo scorso. Il sindaco di Cantù, sulla sua pagina istituzionale, pubblica una riflessione, una ipotetica risposta a Salvini che aveva detto “Napoli è casa mia”: “Casa mia – scrive Bizzozero in stampatello, che sul web equivale a urlare – invece è Cantù e la Lombardia è la mia terra, mentre Napoli per me resta una fogna infernale (emblema dell’intera Italia) dalla quale mi tengo ben lontano”.
Quelle due parole – fogna infernale – fanno in fretta il giro d’Italia. In quarantotto ore sui social network e sui media tradizionali si scatena il pandemonio.
Titoli sui giornali, dibattiti televisivi. Le scuse di Bizzozero. “Era una provocazione”, ripete il sindaco di Cantù. Scuse evidentemente non sufficienti secondo la giunta partenopea, che ora presenterà una querela.
“Nel regno dell’ipocrisia e della menzogna, dire la verità comporta querela – ribatte sempre su Facebook oggi Bizzozero – Non era mia intenzione offendere i napoletani onesti (le mie considerazioni non erano rivolte verso persone ma verso la città) e mi dispiace che persone perbene si siano sentite offese; al netto di un termine molto forte, volutamente utilizzato con intento provocatorio – conclude Bizzozero – tutto il resto non è un giudizio personale ma una mera constatazione oggettiva difficilmente confutabile”.