Un’ostetrica affetta da morbillo e 30 persone tra pazienti (neomamme, partorienti, utenti) e operatori poste sotto controllo immediato. È successo all’ospedale Sant’Anna nei giorni scorsi. Lo scorso 30 marzo l’Azienda ha saputo del caso: la diagnosi e la notifica obbligatoria all’Ats di residenza e all’Ats dell’Insubria sono arrivate da un Pronto Soccorso di Milano, cui l’ostetrica si è rivolta il 29 marzo. La specialista, spiegano dal Sant’Anna che conferma la notizia: “Ha prestato servizio l’ultima volta il 24 marzo, dopodiché non è più rientrata al lavoro”.
Come previsto dalle normative sulla prevenzione delle infezioni, i reparti responsabili (medicina preventiva, epidemiologia e malattie infettive) hanno avviato, spiegano da via Ravona, “subito l’inchiesta epidemiologica relativa ai contatti sia con altri dipendenti sia con le utenti e pazienti degenti che sono state in reparto dal 22 marzo fino al 26 marzo”. Insomma nei cinque giorni di contagiosità della malattia che precedono la comparsa dell’esantema, cioè i più noti puntini rossi sul corpo. Raccolti i nominativi è stata contattata l’Ats dell’Insubria (ex Asl) per la valutazione dell’eventuale profilassi.
“Sono state subito attivate le misure preventive previste dalla legge” dicono dall’Ats. Così è stata “avviata la sorveglianza sanitaria per i 15 giorni successivi nei confronti dei degenti e degli operatori del reparto che hanno avuto un contatto con l’interessato nei 5 giorni precedentil’esordio dei sintomi”. Dieci gli operatori dell’ospedale sottoposti a sorveglianza da parte del medico competente aziendale. Venti invece le donne (tra partorienti, neomamme e pazienti) che nel periodo di possibile contagio si trovavano nel reparto. A tutte le persone è stata “proposta la vaccinazione specifica, se non già protette, come misura di prevenzione della diffusione del contagio”.
Inoltre, concludono dall’Agenzia: “Sono stati sensibilizzati i medici di famiglia per eventuali segnalazioni tempestive di casi sospetti”. Diverso il caso dei neonati per cui la vaccinazione è consigliata tra il 12mo e il 15mo mese di vita. Intanto all’interno dell’ospedale continuano i controlli e le valutazioni dello stato immunitario dei medici, degli infermieri e degli operatori coinvolti.
All’inizio di quest’anno nei pronto soccorso del territorio sono stati diagnosticati 8 casi di morbillo in pazienti adulti. 6 al Sant’Anna e 2 al Sant’Antonio Abate di Cantù. Nei due anni precedenti è stato riscontrato solo un caso all’anno al Sant’Anna. Nel complesso in Italia nel 2016 i casi di morbillo sono aumentati del 230% e in prevalenza negli adulti il dato, evidenziato da più parti, è legato alla mancata vaccinazione dei bambini. Tema emergenziale che occupa le cronache da mesi.