La notizia certa è una: gli esponenti di spicco dell’ex Nuovo Centrodestra, ora ribattezzato dal leader Angelino Alfano, “Alternativa Popolare” nella riunione del direttivo del 28 marzo scorso hanno scelto il candidato sindaco su cui puntare. E quel candidato è Maurizio Traglio, sostenuto da Pd, Como Civica e Italia dei Valori. A decidere di esplorare quella via fino in fondo i vertici, Umberto D’Alessandro, Patrizio Tambini e Laura Bordoli.
Oggi, però, è stato il giorno delle piroette con lo stesso Traglio e il Pd lanciarsi in distinguo e altolà, e gli ex Ncd pronti invece confermare la decisione pur sfumandola con diplomazia. “Il direttivo di Alternativa Popolare – si legge infatti in una nota ufficiale – precisa che, visto l’esito delle primarie della coalizione di centrosinistra e vista la brillante campagna condotta dall’imprenditore Maurizio Traglio e dagli alleati, intende manifestare apprezzamento per il risultato raggiunto. La proposta fin qui emersa da Traglio e dagli alleati è sicuramente seria e innovativa”. Bocciata l’ipotesi di sostenere Mario Landriscina perché definito appiattito sulla Lega Nord di Salvini, la nota aggiunge che ancora “nessun accordo o pre-accordo politico è stato fatto né con Maurizio Traglio né con la coalizione che lo sostiene” ma poi torna a spalancare le porte all’alleanza: “Un confronto futuro resta comunque auspicabile”, recita il comunicato.
Esercizio diplomatico, quello degli ex Ncd, che nasceva dall’evidente imbarazzo per la probabile intesa con uno storico spezzone di centrodestra comasco espresso dal segretario cittadino del Pd, Stefano Fanetti, che in mattinata era giunto a dire che “Maurizio Traglio e il PD saranno fermi nell’evitare il ritorno di personaggi che è bene rimangano nel passato”. Parole durissime seguite poi da quelle dello stesso candidato sindaco. “Dev’essere chiaro – ha detto Traglio – che nessun accordo è stato fatto dal sottoscritto né con NCD (ora Alternativa Popolare), né tantomeno con alcune persone che hanno rappresentato quel partito a Como in questi anni e che non faranno parte della mia squadra di governo della città”.
Insomma, la sostanza quanto i sottintesi sono chiari: nel centrosinistra è forte l’imbarazzo per il passato di D’Alessandro, Tambini e Bordoli ma nessuno dice no all’ipotesi di un accordo politico con il loro partito. Così vanno le campagne elettorali.