Il giudice per le indagini preliminari Luciano Storaci ha archiviato l’indagine su presunte irregolarità nell’erogazione dei fondi pubblici all’Editoriale Srl (casa editrice del quotidiano Corriere di Como), accogliendo la richiesta del pubblico ministero Massimo Astori. “Io e mia moglie abbiamo vissuto questa vicenda con assoluta serenità, dal momento che sapevamo di non aver mai commesso alcuna irregolarità , tantomeno alcun reato ed eravamo certi che la magistratura lo avrebbe accertato – è il commento di Maurizio Giunco, imprenditore comasco, vicepresidente di Confindustria Radio Televisioni, indagato nell’inchiesta insieme con la moglie Barbara Renzi e altri – Il procedimento nasceva, infatti, da un esposto molto fantasioso, presentato da un individuo che neppure conosciamo, di conseguenza l’avviso di garanzia e l’avvio delle indagini erano, a nostro avviso, atti dovuti. Questa esperienza conferma che un avviso di garanzia, come dice la parola, un atto a tutela dell’ indagato, innocente sino a prova contraria, non deve essere ritenuto, come fatto dai più, un indice di sicura colpevolezza”.
Giunco si dice soddisfatto dell’esito della vicenda e ribadisce di aver sempre operato “nell’assoluta correttezza e trasparenza”. “Dopo circa tre anni di indagini, perquisizioni effettuate nella nostra abitazione e in tutte le aziende nelle quali deteniamo partecipazioni, sequestri di documenti e di file, intercettazioni telefoniche, indagini bancarie e patrimoniali, esame di persone informate sui fatti – conclude l’imprenditore comasco – l’archiviazione della mia posizione e di quella di mia moglie, dimostra la nostra totale estraneità ai fatti ipotizzati“.