Si intitolano “Dendriti” e “Energia del colore” e sono le due opere donate all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia dall’artista e architetto comasco Doriam Battaglia. I quadri sono esposti nella sala soggiorno della Degenza Chirurgica 2, al secondo piano del presidio, e danno nuova luce al locale, rendendolo più accogliente e gradevole. La prima opera, di 2mtx2mt, è realizzata con smalti su tela, la seconda (100×70 cm), con tecnica mista su tela ed è stata una delle vincitrici della mostra-concorso “Energia del Colore”, allestita nel 2016 nel presidio di via Ravona dal Circolo Cultura e Arte di Como.
Stamattina la donazione è stata presentata nel corso di una breve cerimonia alla presenza dell’autore, dei primari Marco Arnaboldi (Neurologia) e Silvio Bellocchi (Neurochirurgia), delle caposala Marilena Pirola e Carla Fanella oltre che di operatori ospedalieri, pazienti e familiari.
Un gesto, quello di Battaglia, animato dal desiderio di regalare a chi è ricoverato o lavora in ospedale un’esplosione di colori, creatività, emozioni e fantasia.
“Ringraziamo sinceramente l’architetto Battaglia per la donazione – hanno sottolineato Arnaboldi e Bellocchi. Consideriamo gli artisti di arte visiva dei colleghi. Le arti visive hanno una grandissima affinita’ con la neurologia. Semir Zeki docente britannico, professore di neurobiologia alla University College di Londra e’ uno dei maggiori esperti del cervello visivo. E’ fondatore dell’Istituto di Neuroesteticadove i ricercatori sono incoraggiati ad utilizzare l’arte per comprendere meglio come funziona il cervello. L’arte è quindi un’estensione della funzione cerebrale. L’artista puo’ essere considerato un neuroscienziato che esplora le potenzialita’ e le capacita’ del cervello con tecniche personali coadiuvandolo nella comprensione del mondo”.
La fruizione dell’opera d’arte e i neuroni specchio
Per poter parlare di ciò che passa attraverso la visione, ha proseguito Arnaboldi, ovvero la fruizione dell’opera d’arte, bisogna far riferimento a un apparato di conoscenze tecniche che rendano ragione di quel fenomeno e di quei meccanismi che collettivamente indichiamo con il termine “visione”. La visione è un processo attivo e articolato. Come dimostrano molti esperimenti su soggetti sani e cerebrolesi, l’atto del vedere è spiccatamente costruttivo e di conseguenza può essere scomposto in una serie non ancora interamente definita di stadi (fra i quali, ad esempio, il riconoscimento del colore, della forma e delle relazioni cromatiche tra due aree distinte ma prossime), la realizzazione dei quali è affidata a strutture anatomiche identificabili e distinguibili fra loro.
Il sensore visivo è molto importante per la sopravvivenza perche’ dà un’informazione rapida, molto più veloce del messaggio verbale. Più del 50% dei neuroni della corteccia risponde all’informazione proveniente dagli occhi. Già 500 milioni di anni fa, nel Cambriano, esistevano animali con occhi molto sviluppati (i trilobiti); il linguaggio nasce molto dopo, solo 30mila anni fa e solo più recentemente, 5mila anni fa, è nata la scrittura, che è un prodotto culturale del cervello attraverso meccanismi di plasticità che ne permettono l’apprendimento.
Quando osserviamo un’opera d’arte stiamo entrando in empatia a livello cerebrale con essa e con l’artista che l’ha creata, al di là del tempo e dello spazio. Sono certamente coinvolti i neuroni specchio: utilizzando come soggetti sperimentali dei macachi, alcuni ricercatori italiani hanno osservato che alcuni gruppi di neuroni si attivano non solo quando gli animali sono intenti a determinate azioni, ma anche quando guardano qualcun altro compiere le stesse azioni. Cosi’ anche nell’uomo ed anche per le emozioni. Attraverso i neuroni specchio l’osservazione di un’opera d’arte genera nell’osservatore in maniera automatica, non consapevole e pre-riflessiva i medesimi stati emozionali consci o inconsci che il suo autore ha voluto più o meno consapevolmente esprimere.
Biografia
Nato a Berbenno di Valtellina (SO) il 19 febbraio 1949, Doriam Battaglia vive e lavora in Como dal 1957. Negli anni ’70 frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera (Scuola libera del nudo) e la Fondazione Castellini, scuola di Arti e Mestieri. Laureato in Architettura nell’anno 1975 al Politecnico di Milano, frequenta l’Università IUAV di Venezia facoltà di Architettura e, nel 1981, la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia, Corso di Litografia. All’inizio degli anni ’90 segue un corso di calcografia presso lo studio milanese dell’incisore TOGO (Enzo Migneco) e nel medesimo periodo frequenta un corso di incisione presso l’Associazione Giosuè Carducci di Como, un corso di disegno e pittura e uno di modellato con lo scultore comasco Massimo Clerici. Successivamente segue un corso di ceramica Raku con il maestro Walter Castelnuovo, presso il suo studio di Faggeto Lario fraz. Palanzo. Nell’anno 2002 frequenta un corso di scultura per la pietra Ardesia (Lavagna) presso le Cave di Molino di Triora in Val Argentina, Taggia (IM) e dal 1994 tiene corsi di disegno e pittura dal vero e di figura presso il proprio laboratorio in Como.