Non luogo a procedere: il giudice del Tribunale ha assolto i sei ragazzi comaschi a processo per atti persecutori in concorso nei confronti di un coetaneo. In altre parole, secondo l’accusa, si erano macchiati di episodi di bullismo, evidentemente non ravvisati dal giudice.
La vicenda risale all’anno scolastico 2014-2015: all’epoca dei fatti tutti i ragazzi coinvolti, studenti di una scuola superiore del Canturino, erano minorenni.
Secondo l’accusa, sei studenti avrebbero perseguitato un compagno di scuola con una serie di comportamenti: puntine posizionate sotto la sedia, libri e quaderni rubati o rovinati. Atteggiamenti vessatori che, sempre secondo l’accusa, avrebbero generato ansie, paure e inappetenza nella vittima.
Per i sei giovani accusati il pubblico ministero aveva chiesto la pena di un anno in semidetenzione.
Oggi, come detto, la sentenza di assoluzione per tutti. “Sono soddisfatto – commenta l’avvocato Marco Favara del foro di Como, che difendeva tre dei sei giovani a processi – soprattutto per i ragazzi e per le loro famiglie: hanno passato un calvario lungo un anno tra assistenti sociali, interrogatori e tribunali. Tutte le accuse nei loro confronti sono cadute come un castello di sabbia. Questa vicenda – conclude l’avvocato – deve farci ricordare che esiste differenza tra uno screzio tra adolescenti e un atto di bullismo, che una lite tra compagni non può dar luogo a un procedimento giudiziario”.