Non ci sono soltanto i risvolti politici, tecnici e giudiziari nella vicenda paratie. Per un’opera che nelle ultime ipotesi poi stroncate da Anac prevedeva una spesa complessiva superiore ai 30 milioni di euro, la questione economica resta e resterà comunque centrale.
E oggi, in perfetta linea con l’avocazione a sé del cantiere da parte dI Regione Lombardia, che nell’autunno scorso ha tolto ogni competenza diretta al Comune, arriva anche il momento della resa dei conti, in senso letterale.
Con un atto ufficiale, infatti, Palazzo Cernezzi, ha rinunciato definitivamente e forzatamente alla bella somma di 6 milioni e mezzo di euro. Cifra che l’amministrazione avrebbe dovuto incassare dalla Regione per tentare di uscire dalla secche del cantiere.
La somma in questione venne esplicitamente messa a disposizione del Comune di Como dal governatore Roberto Maroni tramite la convenzione firmata congiuntamente il 27 settembre 2013.
Con quel massiccio finanziamento, che sarebbe dovuto entrare nelle casse comasche in due tranche da 5 milioni prima e da un milione e mezzo poi, la giunta Lucini avrebbe dovuto portare praticamente a termine il cantiere con tanto di opere architettoniche e arredo urbano definitivo.0
La storia, come noto, è andate molto diversamente, tra intervento dell’Autorità Anticorruzione, inchieste e avocazione a sé dell’opera da parte della Regione. E quindi, ora, ecco chiudersi il capitolo: il Comune ha tolto ogni riferimento ai 6 milioni e mezzo ottenuti a suo tempo dal bilancio e la Regione terrà per sé l’intera somma.
Giusto per par condicio, vorrei ricordare che la Regione Lombardia non è molto sollecita nell’impiego dei fondi europei, rischiando così la “clausola di disimpegno” che l’Europa attiva qualora i fondi non vengano spesi per tempo.
Regione Lombardia non ha infatti ancora distribuito un Euro dei 60 milioni messi a disposizione dalla UE per lo sviluppo rurale, tanto che in commissione Bilancio è stato approvato, con voto bipartisan (ad esclusione della Lega…), un emendamento teso a sollecitare la Regione a un puntuale impiego delle risorse europee per il Piano di sviluppo rurale, pena la perdita di esse.