Seguiamo la vicenda da mesi e ne denunciamo la gravità. Il sistema delle Poste da tempo non funziona in tutto il territorio. Abbiamo documentato i cumuli di pacchi e lettere accumulati negli uffici, i disservizi, le storie di chi aspettava esami clinici, documenti di lavoro, bancomat (anche Postamat, amara ironia), carte di credito, le vicende di chi ha dovuto pagare bollette con mora perché mai ricevuta la notifica.
LA CRONISTORIA: CAPITOLO 1 E CAPITOLO 2
Mentre ieri i dipendenti hanno proclamato lo stato di agitazione contro la riorganizzazione dell’azienda, oggi pubblichiamo (ne riceviamo davvero tanti, continuate a inviare) la lettera arrivata ieri (13 marzo) a un telespettatore-lettore. Niente di che, nessuna comunicazione vitale per fortuna: si tratta di un abbonato Sky – di San Fermo – che ha ricevuto gli auguri di prassi dal gestore del servizio satellitare-web. Auguri di Natale, però. Quasi tre mesi di ritardo. Un indicatore preoccupante di quanto avviene in tutta la provincia
Visto che lo scandalo delle Poste – di autentico e reiterato scandalo si tratta – riguarda anche la provincia di Como, e visto che Espansione è tv del territorio, perché non allestire una ComoZero su questa vicenda indegna di un Paese civile?
Così da mettere a confronto i vari attori della questione – dirigenza, sindacato, lavoratori.
Ieri, per esempio, ho ascoltato a Etg un sindacalista CGIL, bene, peccato che il signore sia stato leggermente di parte e, more solito, a abbia addossato tutte le colpe all’azienda.
Il sindacato crede davvero di non avere alcuna colpa, crede davvero di poter continuare a non fare un doverosa auto-critica?
La situazione odierna di Poste Italiane origina dal lontano passato: Poste Italiane, anche quando erano un carrozzone totalmente pubblico, non sono mai state un modello di efficacia né di efficienza.
In questo, il sindacato ha delle responsabilità.