Battello del Lario: è ancora polemica tra il Comune di Como e la proprietà del natante, ex bar gelateria, ancorato e chiuso da anni nel primo bacino del lago.
A tornare all’attacco è la proprietà del battello, che invita l’assessore al Patrimonio Marcello Iantorno a rettificare alcune dichiarazioni recenti a mezzo stampa.
Sulla questione, lunga e complessa, pende un ricorso alla giustizia amministrativa. Rilevante, dal punto di vista giornalistico, è una considerazione della proprietà riferita all’assessore Iantorno: “Nel caso in cui il Consiglio di Stato – scrive Gaetano Sangiorgio, per conto della società – deliberasse a nostro favore, e lei nel frattempo avesse demolito o venduto all’asta la motonave, io non avrei più la possibilità di lavorare o eventualmente posizionarla in un altro luogo fuori dal primo bacino, con tutte le conseguenze che si addosserebbero al Comune e ai cittadini”.
Replica l’assessore Iantorno. “I titolari hanno l’obbligo giuridico di togliere il battello da quella posizione e non lo fanno, nonostante il Comune abbia emesso ordinanze nel 2009, 2016 e 2017. Il Tar Lombardia ha respinto ogni richiesta della società. E il ricorso al Consiglio di Stato non ha per oggetto il diritto di tenere ancorato il battello, ma il rigetto deciso dal Comune nel 2008 sull’istanza presentata nel 2007 dalla società. La motonave – aggiunge Iantorno – in base alle normative regionali e comunali non può stare ancorata nel primo bacino del Lario. Non possono essere fatte eccezioni. E infine – conclude Iantorno – molti cittadini sollecitano la soluzione di questo problema.