E’ stato fermato dai carabinieri il presunto colpevole del delitto di Asso. In meno di un giorno i carabinieri sono riusciti a stringere il cerchio attorno ad un 18enne marocchino, irregolare in Italia e con precedenti per droga. Il giovane è stato bloccato sulla Superstrada 36 all’altezza di Nibionno mentre cercava di raggiungere Milano.
La vittima Youness Zarhnoun, 26enne di origine marocchina, è stata trovata nella notte tra il 6 e il 7 marzo agonizzante ai lati della provinciale tra la frazione di Gemù e quella di Mudronno. Il giovane è morto prima di arrivare all’ospedale di Lecco. Almeno due le coltellate fatali, alla gola e al petto.
L’aggressione è maturata in un contesto di droga e spaccio ed è stata l’estrema conseguenza di una lite avvenuta con ogni probabilità nell’abitazione, a pochi metri di distanza dal luogo del ritrovamento di Zarhnoun, passata al setaccio ieri dai militari grazi e a un’intuizione del comandante della stazione di Asso.
In quella casa (di proprietà di un italiano) la sera stessa era stato organizzato, infatti, un “festino” a base di alcol e droghe con spacciatori e consumatori.
Sin da subito i carabinieri hanno cercato di capire chi avesse preso parte alla serata. Operazione non facile anche perché molti erano scappati nei boschi. E proprio dai boschi sono partite le ricerche. Mentre si cercava di risalire al gruppo si è chiarito il rapporto, organizzato e ben articolato, tra spacciatori (prevalentemente di origine nordafricana) e consumatori, i secondi inseriti in un circuito fatto di passaggi in auto, schede telefoniche con intestatari finti e ricerca e disponibilità di posti letto per i primi.
Le indagini hanno permesso di capire che in tutto era presente una decina di persone: 4 o 5 di nazionalità marocchina tra uomini e donne (tra cui il fratello della vittima) e altrettanti italiani comprese due ragazze minorenni che da qualche giorno si erano allontanate da casa (le famiglie avevano denunciato la scomparsa).
Intrecciati gli elementi e le dichiarazioni raccolte è emerso che all’appello mancava ancora una persona, il principale sospettato dell’aggressione.
Scoperta la rete di supporto “logistico” i carabinieri hanno braccato il 18enne marocchino sbarrandogli di fatto tutti i contatti nel tentativo di isolarlo. Il giovane è fuggito per ore nei boschi riuscendo a spostarsi da Asso a Merone, Lurago d’Erba e Inverigo facendo più di una tappa nelle cascine abbandonate del territorio.
La scorsa notte lo hanno intercettato mentre in arabo chiedeva aiuto ad una persona di Milano per potersi spostare e far perdere le proprie tracce. I militari lo hanno bloccato mentre era in auto con un connazionale sulla Superstrada 36 a Nibionno e lo hanno fermato. Si trova ora al carcere del Bassone.
Sebbene il quadro sembri piuttosto chiaro, dinamica e movente sono ancora in fase di ricostruzione. E l’arma utilizzata per ferire a morte il 26enne non è stata ancora trovata, probabilmente è stata abbandonata nei boschi.
Ad allertare i soccorsi, segnalando una persona ferita ai lati della provinciale, sarebbe stata una ragazza italiana che ha partecipato alla folle serata.