“Chiudere di via Milano? Idea irragionevole e gravida di danni”. Sale di nuovo alto il grido di una trentina tra commercianti e residenti della zona contro ogni ipotesi di stop alle auto. La presa di posizione è contenuta in una lunga lettera inviata al sindaco Mario Lucini e agli assessori a Viabilità e Commercio, Daniela Gerosa e Paolo Frisoni e firmata, tra gli altri, dal presidente di Confesercenti, Claudio Casartelli, e dal portavoce dei negozianti della parte alta, Stefano Vicari.
Stroncata l’ipotesi più estrema della pedonalizzazione di via Milano poiché aumenterebbe il caos nel traffico veicolare cittadino”, esercenti e abitanti esprimono grande preoccupazione per i provvedimenti contenuti nel Piano del traffico e tornato all’attacco degli stop alle auto nella fascia oraria tra mattutina: “L’istituzione della Ztl dalle 7 alle 9 ha contribuito a penalizzare ulteriormente il commercio al dettaglio portando anche alla chiusura di alcune attività”.
Inevitabili gli accenni alla questione Ticosa, tuttora irrisolta e grande speranza per le attività del quartiere soprattutto come possibile area di sosta.
“La vicenda annosa allontana ulteriormente qualsiasi prospettiva di rivalutazione di tutto il quartiere prospiciente ad essa – si legge nella lettera – e di conseguenza anche il comparto commerciale della zona”.
Alla fine del documento, torna il cuore del problema: “Ci preme esprimere tutto il disappunto – scrivono negozianti e residenti – per l’idea di possibili chiusura anche giornaliere della via decise dall’amministrazione comunale in occasioni di situazioni di traffico particolari o in prossimità delle festività natalizie, nonché delle giornate del sabato”.
Un altolà preventivo motivato anche da un numero inserito nella lettera: su circa 100 negozi di via Milano, meno della metà è attivo.
Dunque, “una trentina tra commercianti e residenti” criticano aspramente il piano del traffico per quanto riguarda via Milano Alta.
A me però piacerebbe sapere anche quanti sono i commercianti di quel tratto di via e quanti sono i residenti, perché mi riesce un po’ difficile credere che i residenti – non commercianti – amino vivere in una via satura di polveri più o meno sottili da respirare a pieni polmoni.
“L’istituzione della Ztl dalle 7 alle 9 ha contribuito a penalizzare ulteriormente il commercio al dettaglio portando anche alla chiusura di alcune attività”, sostengono i nostri prodi.
Buuummmm!
Ma fatemi il piacere!
Ma chi può credere a una balla simile?
Se quelle attività hanno chiuso è perché non funzionavano, ztl dalle 7 alle 9 sì ztl no…
Dice niente il fatto che il commercio elettronico, il cosiddetto e-commerce, sia in vorticosa crescita?
L’ho già scritto, ma lo ripeto: a Milano i commercianti si erano opposti strenuamente alla chiusura al traffico della centralissima via Dante, oggi ciascuno può agevolmente fare il confronto fra il prima e il dopo.
Idem era accaduto e sta accadendo con la costruzione di nuove linee della metro: mugugni, proteste, ipotesi di scenari catastrofici, puntualmente smentiti.
Fosse per i bottegai una città dovrebbe rimanere cristallizzata in una certa situazione in un dato momento.
Cari signori, che vi piaccia o vi dispiaccia, il mondo va avanti, in ogni caso l’interesse generale – salute pubblica, qualità della vita – è prevalente rispetto a qualsivoglia interesse di bottega.