Sì alle primarie e braccia aperte per Maurizio Traglio. Il comunicato partorito dai cosiddetti saggi del centrosinistra comasco (cliccabile, a sinistra) per stabilire come designare il prossimo candidato sindaco è tutto qui, in fondo. Nelle 15 righe siglate a nome del gruppo dal segretario provinciale del Pd, Angelo Orsenigo, le notizie ufficiali sono sostanzialmente due: il via libera alle primarie di coalizione, cioè aperte anche a liste, movimenti e personalità oltre il Partito Democratico; e poi – letteralmente – la valutazione positiva della disponibilità di Maurizio Traglio a partecipare alla competizione.
E’ l’unico nome citato, quello dell’imprenditore. Nessun cenno agli altri sfidanti, che tra l’altro oggi sono aumentati. Ai già noti dem Marcello Iantorno, Gioacchino Favara e Vito De Feudis – e nell’attesa di un sì o un no da parte di Mario Forlano per Como Civica – si è aggiunto l’ex consigliere comunale del Pd, Vittorio Mottola, nel 2012 confluito nell’Udc e oggi tornato nell’alveo del centrosinistra.
“La città di Como ha avuto uno stallo in alcune problematiche annose come Ticosa e lungolago – dice Mottola – Ci sono stati interventi positivi nel centro storico ma l’attenzione alle periferie non ha avuto quell’impatto sperato. Como non può permettersi questo – conclude l’ex consigliere – e io ritengo di dare un contributo di valore al progresso della città”.
Ora, dunque, la palla passa all’ennesimo organismo, l’assemblea cittadina del Pd che deciderà la data e il regolamento per le primarie, che si terranno probabilmente in marzo.
Fin qui dunque, l’ufficialità. Quello che il comunicato dei saggi non dice è che l’ala sinistra del gruppo, quella costituita dal consigliere comunale del Pd Guido Rovi e dal segretario della Cgil, Giacomo Licata, ha boicottato le riunioni in segno di aperta protesta per lo sbilanciamento estremo verso Maurizio Traglio. Il quale, peraltro, se almeno 36 membri su 50 dell’assemblea cittadina votassero comunque a favore della incoronazione diretta come candidato sindaco, potrebbe evitare del tutto la sfida interna.
Infine, anche tra i saggi, pare sia tornata a farsi sentire qualche voce che punta all’esclusione dalle primarie di Gioacchino Favara, per le sue posizioni fortemente critiche verso la giunta Lucini nel corso del mandato.
L’ennesima spina su un percorso verso il voto che, a tratti, ha assunto tratti da Calvario.