Entro cinque anni a Como potrebbe compiersi la più grande rivoluzione urbanistica da molti decenni a questa parte. L’hanno messa a punto, e in parte già avviata, l’Agenzia nazionale del Demanio e i ministeri dell’Economia e della Difesa. Per la città il fulcro di tutto è la Caserma De Cristoforis, che secondo le stime entro il 2022 dovrebbe ospitare gran parte degli uffici pubblici statali oggi sparsi nel capoluogo.
L’operazione si può considerare ufficialmente partita il 17 marzo del 2016, quando la direzione regionale del Demanio affidò un incarico esterno per compiere i rilievi geometrici e architettonici della Caserma, tracciando nel contempo una strada precisa per il futuro. L’obiettivo esplicito di quella prima fase, infatti, era la completa dismissione dagli usi militari del compendio per poi arrivare alla radicale ristrutturazione utile ad ospitare funzioni e servizi completamente diversi da quelli storici. Un’operazione nata anche con un’altra finalità chiarissima per lo Stato: risparmiare molti soldi sulla selva di affitti pagati oggi per tenere molti uffici in sedi diverse e lontane.
E qui si arriva al progetto vero e proprio, peraltro già piuttosto dettagliato nelle schede ufficiali del Demanio: con un investimento di circa 25 milioni di euro, infatti, si punta a ristrutturare la De Cristoforis e accorpare in piazzale Monte Santo, nell’ordine:
la Prefettura, la Direzione territoriale del Lavoro, l’archivio di Stato, l’Agenzia delle Entrate, la Commissione provinciale Tributaria e la Questura con la polizia di Stato.
Una rivoluzione autentica, dunque, che concentrerebbe in un unico spazio alcuni dei più importanti servizi pubblici della città e che, nello stesso tempo, libererebbe migliaia di metri cubi tra centro e semicentro. Un trasloco di massa che, a regime, secondo il Demanio permetterebbe allo Stato di risparmiare la non trascurabile cifra di 2 milioni all’anno in affitti.