Il dado è tratto: il Partito Democratico si affiderà alle primarie per scegliere il candidato sindaco per le elezioni di primavera.
Da giorni ormai, l’ipotesi alternativa di un’incoronazione senza intermediazioni dell’imprenditore Maurizio Traglio aveva perso terreno: troppi i malumori dentro e fuori il Pd rispetto a una scelta che tuttora lascia perplessi ampi spezzoni di centrosinistra perché sostenuta in primis da Nuovo Centrodestra e da una fetta di imprenditoria locale storicamente vicina a Forza Italia. Dunque, via libera alle primarie a cui, oltre a Traglio, parteciperanno sicuramente Gioacchino Favara, Marcello Iantorno e Vito De Feudis, tutti del Pd. Già domani dovrebbe arrivae l’annuncio ufficiale da parte del segretario provinciale del Pd, Angelo Orsenigo, e con esso regole e modalità.
Tutto a posto, dunque, nel centrosinistra a trazione renziana? Non proprio.
Pur godendo dell’appoggio numericamente importante del consigliere regionale del Pd, Luca Gaffuri, il nome di Traglio continua a dividere sia i democratici, sia gli alleati più stretti, a partire da Como Civica. Anzi, di più: nelle ultime ore il tam-tam delle indiscrezioni parla addirittura di alcuni iscritti del Partito Democratico pronti a gesti forti in segno di protesta, qualcuno addirittura pronto a non candidarsi in segno di protesta per lo sbilanciamento del Pd verso destra.
Rumors, per ora: ma che consiglieri comunali come Guido Rovi e Raffaele Grieco del Pd, oppure Mario Forlano e Stefania Soldarini di Como Civica, oltre all’assessore Bruno Magatti e settori della Cgil non abbiano affatto digerito l’operazione Traglio non è un mistero.
Insomma, da un lato il cielo democratico sopra Como sembra essersi rasserenato. Dall’altro, a sinistra, grossi nuvoloni paiono addensarsi. Chissà se ne resterà una sola metà.