Divieto di dare informazioni sulle attività esterne agli ospiti, poca attenzione alle situazioni fragili e poi critiche alla qualità del cibo e alla raccolta differenziata. Sono le principali accuse che vengono mosse dal folto gruppo di volontari (una 70ina quelli che hanno già confermato, più altri 20 circa ancora in stand by) che ha deciso di lasciare il servizio di distribuzione dei pasti svolto nel centro di accoglienza di via Regina Teodolinda.
Centro migranti, polemica con la Croce Rossa: lascia la coordinatrice dei volontari per i pasti
Come annunciato nelle scorse ore il gruppo si è riunito e ha messo nero su bianco le motivazioni alla base della scelta – non certo facile – di sospendere l’attività nell’area ex Rizzo. “Il servizio dei ‘camerieri del sorriso’ è iniziato il 26 settembre 2016 – poco dopo l’apertura del campo governativo – coinvolgendo coloro i quali, durante il periodo estivo, hanno dato vita alla mensa di Sant’Eusebio”. Inizia così la nota diffusa oggi.
Il caso del Centro Migranti, dopo l’addio della coordinatrice cento volontari pronti a lasciare
Oltre 150 le persone impegnate per un totale di 2.500 presenze garantite, distribuite negli oltre 250 giorni di servizio, 2 volte al giorno, 7 giorni su 7.
I volontari nel chiarire la propria presa di posizione sono netti, parlano in primis di non uniformità di comportamento da parte dei membri di Croce Rossa Italiana “alla presenza di operatori diversi pur in situazioni analoghe corrispondevano comportamenti diversi” si legge nel comunicato confermando quanto già anticipato nei giorni scorsi da Mariateresa Carminati, per quattro mesi coordinatrice dei turni per la distribuzione pasti nel campo.
Centro migranti, volontari addio. Il prefetto: “Nessuna polemica, forse questioni personali”
“Attraverso la rete attiva tra i volontari che, a vario titolo, si occupano di migranti siamo venuti a conoscenza di molteplici criticità connesse alla gestione dell’accoglienza – scrivono i componenti del gruppo che hanno detto addio al servizio – denunciando poca attenzione alle situazioni di vulnerabilità e fragilità in riferimento a minori e donne in particolare”. Nella nota si parla inoltre di carenza di mediatori culturali, quindi si passa ad esempi concreti come alcune presunte mancanze nei confronti del ragazzino che tempo fa aveva tentato il suicidio. Infine i volontari puntano il dito contro la qualità del cibo offerto e la raccolta differenziata che non verrebbe svolta all’interno del centro di via Regina. Per questi motivi “abbiamo deciso di lasciare il servizio per non avallare – spiegano in conclusione in volontari – una gestione dell’accoglienza non corrispondente ai nostri valori”.