L’ossatura generale è rimasta. Ma degli aspetti specifici che caratterizzavano il lavoro preparatorio per il nuovo Piano del traffico di Como si può dire non sia rimasto nulla o quasi.
Potere dei dubbi della giunta comunale stessa, che oggi ha adottato il documento, e anche di osservazioni e critiche mosse da cittadini, enti e associazioni, recepite all’80% ma, nel contempo, capaci di stravolgere il volto del documento sulla futura viabilità cittadina. Tra il 20% dei contributi esterni bocciati, spiccano la proposta del Pd di includere il girone nella Ztl, ritenuta non sostenibile; poi la richiesta dell’Acus di coinvolgere i Comuni limitrofi nella redazione particolareggiata del piano, e infine la proposta dell’Ordine degli ingegneri di realizzare una fermata del treno all’Autosilo Valmulini.
Venendo ai temi caldi, per il lungolago l’eventuale chiusura totale al traffico anche soltanto per periodi limitati e specifici è rinviata a data destinarsi. O almeno, non prima che alcuni nodi strategici della città vengano rivisti, adeguati e migliorati.
Questi nodi strategici, in estrema sintesi, sono piazza San Rocco, il nodo cerniera tra via Roosevelt e via Grandi, e le zone di San Rocco e piazza del Popolo. Ma prima che davvero qui accada qualcosa, dovrà passarne di tempo. La giunta, infatti, se mai quel Piano sarà approvato in consiglio, chiederà ai tecnici di trovare soluzioni alternative a quelle circolate finora: ad esempio i semafori al fondo della Napoleona e in via per Cernobbio, così come la maxi rotatoria davanti alla Casa del Fascio. Anzi, in questo caso addirittura è stato stralciato di netto il progetto ipotizzato nella prima versione del piano: troppo impattante e pesante sul fronte architettonico.
Altro elemento saltato definitivamente o quasi nella versione finale del Piano: il doppio senso sul girone, per ora accantonato.
Confermato invece l’obiettivo di estendere in centro e in periferia le zone a traffico moderato, lo spostamento del capolinea dei bus da piazza Matteotti all’ex scalo merci e un nuovo hub per il trasporto pubblico a Como Borghi, area Ippocastano, l’estensione per 30 chilometri della rete ciclabile.
Qui le interviste a Mario Lucini e Daniela Gerosa
Il piano del traffico – ricordo che in realtà era solo uno studio di fattibilità commissionato dal Comune a un ente esterno e che dunque spetta al Comune dire la parola finale, come è poi successo – a mio giudizio non è stato stravolto, visto che quell’ipotesi era solo un’ipotesi, è stato solo adattato a quanto è emerso dai ripetuti incontri / segnalazioni dell’/ all’Amministrazione con i diversi soggetti che popolano la città.
Se l’Amministrazione avesse tirato dritto, immagino che si sarebbe scritto che essa ignorava i cittadini.
Chi la vuole cotta, chi la vuole cruda…