Non di solo Palazzo Cernezzi vivranno i matrimoni e le unioni civili a Como. La giunta comunale, su proposta dell’assessore ai Servizi Demografici Marcello Iantorno, ieri ha approvato un indirizzo grazie al quale anche alberghi, bed and breakfast, ville e parchi privati potranno diventare teatro dello scambio degli anelli.
Nei prossimi giorni, gli uffici comunali dovranno mettere a punto nei dettagli un avviso pubblico per individuare le possibili location. I proprietari delle strutture interessi potranno dunque avanzare la candidatura del proprio spazio. Alla scadenza del bando,. A sarà ancora il Comune a vagliare le offerte arrivate e in base ad alcuni criteri ammetterle o respingerle.
In linea di massima, tra i requisiti generali che dovrebbe avere i luoghi proposti come futuri teatri di matrimoni e unioni civili ci saranno l’esatta definizione dello spazio in questione, il possesso di alcune caratteristiche di particolare valenza storica, architettonica, turistica o ambientale e la disponibilità a garantire il possibile utilizzo dello spazio per più di una singola occasione. Poi, toccherà al sindaco, all’assessore o al consigliere scelto dagli sposi raggiungere il posto e celebrare, per una tariffa di 1.500 euro che potrebbe rincarare del 15% per cerimonione fuori dagli orari di ufficio.
Questo ampliamento degli spazi da nozze ben oltre la sala consiliare di Palazzo Cernezzi si deve sostanzialmente a due fattori: il primo è il numero ormai esponenziale di matrimoni civili: nel 2016 a Como sono stati 171 contro i soli 82 in chiesa. E poi alcune richieste già pervenute nei mesi scorsi da parte di privati.