“Il Pd fermi subito le primarie”. E’ un’uscita a sorpresa e nello stesso davvero clamorosa quella che affida a Etv il presidente di Confcooperative, Mauro Frangi. A sorpresa perché da settimane, in realtà, proprio il suo nome è stato ripetutamente al centro di rumors sulla possibile partecipazione alla consultazione del centrosinistra; clamorosa perché un renziano doc, che rappresenta un pezzo non trascurabile dell’economia comasca, si appella direttamente al Partito Democratico per trovare un candidato sindaco condiviso e senza il rodeo interno.
“Sul tavolo – dice senza mezzi termini Frangi – al momento rimangono solo le candidature di uno degli assessori (non certo il più autorevole) della Giunta uscente, di un consigliere comunale che si è distinto soprattutto per le sue critiche al Sindaco e alla Giunta e di un consigliere che siede sui banchi dell’opposizione”. Nell’ordine, i citati sono Marcello Iantorno, Gioacchino Favara e Roberta Marzorati.
“Credo si debba rapidamente cambiare rotta – aggiunge il presidente di Confcooperative -Credo che i vertici del PD debbano rapidamente fermare un percorso che sarebbe totalmente improduttivo per la città e il suo futuro e lavorare congiuntamente e convintamente alla costruzione di una candidatura autorevole e condivisa. Attraverso un tale percorso – aggiunge Frangi – sono convinto che le risorse disponibili a mettersi in gioco per condividere un impegno ed un progetto siano molte di più e molto più autorevoli”.
“Se i vertici del PD decideranno di imboccare un simile percorso – è l’appello finale – sono convinto che troveranno attenzione e disponibilità in larga parte del mondo dell’associazionismo economico, sindacale e sociale della città”.
Sarà un caso, ma le parole di Frangi si sposano quasi alla perfezione con il prepotente emergere di una possibile candidatura a sindaco a cui anche spezzoni del partito democratico starebbero lavorando: si tratta di Alessandro Tarpini, ex segretario provinciale della Cgil e figura che, almeno secondo i rumors, sarebbe alternativo allo svolgimento delle primarie con buona pace di Iantorno, Favara e Marzorati. In uno scenario siffatto, che archivierebbe d’un colpo le primarie, potrebbe persino riprendere quota anche l’ipotesi di Bruno Magatti.
Di certo, chi non vuole la consultazione dovrà fare i conti con Luca Gaffuri: “Le primarie si fanno”, le sue uniche parole di oggi.
Le primarie, così come si stanno realizzando, sono un atto di divisione e di disperazione. Fermarle sarebbe un atto politicamente saggio. Solo un centro sinistra unito può avere delle reali possibilità di mantenere il governo di Como. L’unità si realizza con atti politici e con la scelta di un candidato unitario valido, non con queste primarie.