Un candidato sindaco che unisca tutti o proprio tutti, forse non esiste nemmeno nel migliore dei mondi possibili. A Como, poi, figuriamoci. E così, scavando un po’ nelle pieghe del Partito Democratico, si scopre che nemmeno l’ultimo nome che sta scaldando la vigilia delle primarie di centrosinistra riesce a ottenere un’incoronazione senza discussioni.
Roberta Marzorati, insomma, se e quando decidesse ufficialmente di scendere in campo e partecipare alla consultazione tra gli aspiranti successori di Mario Lucini, non dovrà vedersela con i due avversarsi già sicuri – Marcello Iantorno e Gioacchino Favara – ma anche con qualche muso lungo all’interno del Pd.
Due le incognite che in queste ore stanno assumendo peso rispetto alle ali appena messe da Marzorati: la prima, che rischia di diventare un caso politico vero e proprio alla ripresa del consiglio comunale, è la permanenza della possibile candidata tra i banchi dell’opposizione durante il mandato. Una scelta in realtà ereditata dal suo predecessore in aula, l’ex compagno di avventura Mario Molteni che due anni fa si dimise, ma che soprattutto nel gruppo consiliare del Pd sta facendo storcere qualche bocca. “Ma come – è la domanda – uno fa opposizione per due anni e mezzo e poi diventa candidato sindaco?”
In secondo luogo, i dubbi sulla potenziale favorita delle primarie albergano nella scarsa dimistichezza con la dimensione ritenuta fin troppo civica di Roberta Marzorati, dunque troppo poco avvezza alla politica e, in qualche modo, anche con il ruolo istituzionale che dovrebbe avere un candidato sindaco.
E se tra consiglieri e assessori – soprattutto nella variante in rosa – questi dubbi albergano, c’è che chi è anche pronto a scommettere che Mario Lucini – certamente ancora in grado di muovere voti in quantità – mai potrebbe decidere di puntare su Marzorati. Piuttosto – dicono i rumors – potrebbe pesare il buon rapporto del primo cittadino con Bruno Magatti.
Perfetto riassunto dei malumori democratici arrivano da una dichiarazione pubblica del dirigente Pd Fausto Tagliabue, rivolta anche ai vertici del partito: “Nel merito della Candidatura della dottoressa Marzorati (persona sicuramente degna di stima) faccio sommessamente notare che è tuttora all’opposizione della giunta uscente sostenuta dal PD. Si continuano a bruciare persone valide per poi ridursi a candidare non solo un non iscritto al PD ma una persona dell’attuale opposizione. Complimenti”.