Non c’è soltanto la caccia al candidato sindaco ad agitare le acque del Partito Democratico di Como. Qualche voce ancora sfugge all’accademico dibattito in corso su nomi e primarie e non lesina critiche anche molto dure alla classe dirigente del Pd.
Si tratta di Fausto Tagliabue, ex segretario provinciale della Cisl, attuale dirigente Dem e uomo tra i meno allineati in assoluto rispetto ai vertici del suo partito. Tanto da arrivare a riaprire con forza la questione – in apparenza ormai archiviata – della possibile candidatura a sindaco di Como del magistrato Giuseppe Battarino.
“Era un’ottima candidatura, sotto ogni profilo – dice Tagliabue – Ha competenze giuridiche, ambientali e conosce persino la macchina comunale, avendo lavorato a Palazzo Cernezzi. Purtroppo – prosegue il dirigente del Pd – i silenzi talvolta fanno peggio e maggiori danni delle critiche o di un no esplicito. Dunque capisco che alla fine si sia chiamato fuori. Però io spero che possano esistere ancora margini di ripensamento“. A questo punto, scattano nello stesso momento una sorta di appello ai vertici del Partito Democratico ma anche una durissima critica per la gestione delle tappe di avvicinamento alle elezioni comunali.
“Sarebbe un gesto di intelligenza e umiltà da parte dei nostri orgnismi dirigenti capire l’errore che è stato compiuto con Battarino e ammetterlo – dice Tagliabue – Auspico un sussulto d’orgoglio e un nuovo passo nei suoi confronti, unitario e condiviso. D’altronde – è l’affondo dell’ex segretario Cisl – se il prossimo candidato sindaco del centrosinistra non appartenesse all’amministrazione uscente sarebbe meglio per tutti. In più, nonostante i proclami sulle primarie della disperazione, per mesi si sono fatti sondaggi su singole personalità come Barbara Minghetti, Mauro Frangi, Lorenzo Spallino e persino per un Lucini bis senza esito. Anzi, con il misero risultato di prospettare sfida interna limitata a due iscritti che si terrà a marzo, quando Mario Landriscina avrà già lavorato per 3 mesi. Un’assurdità”.
Il caso Battarino: tutte le tappe
Difficile, oggi, capire se il gruppo dirigente del Pd potrà mai compiere il passo auspicato da Tagliabue verso Battarino, così come tutt’altro che scontato sembra un possibile ripensamento del magistrato. Di sicuro, però, sia il tema delle “primarie della disperazione” – come le definisce l’ex segretario Cisl – sia quello della candidatura eccellente sfumata peseranno come macigni nel dibattito intero ai dem delle prossime, caldissime settimane.
Spero solo che Battarino non accetti mai un ripensamento del PD. Gli errori si pagano sempre. Battarino meglio proiettarlo alle prossime elezioni politiche.