72 visitatori in 11 giorni. Numeri impietosi per la mostra dedicata a Sant’Elia, allestita in Pinacoteca a Como. Il dato è stato diffuso oggi dal consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Marco Butti e confermato poi dall’assessore alla cultura, Luigi Cavadini. Il numero riguarda il periodo compreso tra il 13 e il 24 dicembre. “Nel centenario della morte di Sant’Elia, quella che doveva essere la grande mostra del 2016 per l’Assessore alla Cultura – attacca Butti da Facebook – dopo un mese rischia di trasformarsi in un’offesa alla memoria del celebre architetto comasco”.
“Per effetto di una strategia di comunicazione inesistente, ridicola, in antitesi con il dinamismo futurista – ironizza il consigliere – si rischia un buco nell’acqua”. “Ora capisco – aggiunge -perché l’Assessore continua a non fornirmi i dati sui costi sostenuti dal Comune, così come il piano di comunicazione ”.
Sul fronte costi e piano di comunicazione, Cavadini elenca numeri e dettagli: “L’evento è costato complessivamente 40mila euro, 30 dal Comune e 10 dalla Regione. Per quanto riguarda la comunicazione – evidenzia – per ora è affidata alla Triennale di Milano, dove è in corso la mostra parallela. Poi per gennaio e febbraio saremo noi a potenziare la campagna”. L’evento fa parte di un ciclo di esposizioni organizzato tra Como Milano e Firenze, in occasione delle celebrazioni per il Centenario.
Per quanto riguarda i 72 visitatori Cavadini, inevitabilmente, ammette: “Sono numeri bassi, certo, ma non mi aspettavo afflussi diversi, dicembre è un mese anomalo. Le persone escono di casa per lo shopping o gli eventi natalizi”. Al momento, una stima totale dei visitatori, dall’apertura (il 25 novembre scorso) a oggi, non è ancora disponibile.
“Diciamo che non è Monet – evidenzia ancora l’assessore – ma vedo che a Lugano la mostra su Paul Signac ha gli stessi risultati. Sant’elia un grandissimo ma non ha attrattiva di immagine”.
A sentire Cavadini, insomma, sembra che tutto fosse previsto. Difficile capire perché la mostra non sia stata organizzata in un altro momento dell’anno.
Comunque, se l’evento milanese chiuderà l’8 gennaio, quello comasco terrà le porte aperte fino al 26 febbraio. Forse, stando alla teoria dell’assessore, finite le feste qualche visitatore in più potrà essere contato.
La solita inutile opposizione dell’altrettanto inutile esponente.
Il tizio, oltre a fare critiche – gratuite – (che in ogni caso gli assicurano un spicchio di visibilità), dovrebbe spiegarci che cosa farebbe lui.
Io, comunque, non mi aspetto alcunché da questa inutile opposizione.
Men che meno un qualcosa di costruttivo.
Ovviamente, UNO spicchio.
Maledetta tastiera!…
mi piacerebbe tanto sapere come sono stati spesi 40 mila euro per una mostra comasca in una struttura comasca.grazie
interessante mostra in atmosfera cyberpunk, ambienti blade runner ; se riuscite ad arrivare alla postazione multimediale, raggiungerete il Nirvana ;
(( Sant’Elia non e’ Monet conferma l’idea di Picabia : l’arte e’ un prodotto farmaceutico per imbecilli, e quella di Duchamp : e’ piu’ desiderabile un quadro o il bagno ? ma piu’ desiderabile di tutto e’ la farfalla di Hirst sull’ art-zine Garage ))
Ad espansione tv interessa cosi tanto promuovere la cultura a como che non si e’ minimamente degnata di fare un servizio di presentazione della mostra. Ovviamente ampio spazio alle critiche. Il giornalismo secondo Cantoni.
Accidenti, peccato sia così distratto e disattento (caro, anonimo, utente): abbiamo ospitato l’assessore Cavadini in diretta Tg per presentare l’evento (direi, pure, ampiamente) il giorno prima del taglio del nastro.
Offriamo tanto spazio alle critiche quanto alle celebrazioni in questo giornale, su ogni fronte.
Si chiama dibattito (spero, di cuore, che per Lei qualcosa significhi questa parola) e da qualche mese mi pare stia funzionando, non poco. La sfido, in qualsiasi momento, a dimostrare il contrario e a uscire da un facile (e tristissimo) anonimato.
Ché di leoni da tastiera siamo già abbastanza infestati.
La saluto con una pacca sulla spalla.