Se non è lo scontro finale, poco ci manca. Tra il segretario provinciale del Pd, Angelo Orsenigo, e il segretario cittadino del partito, Stefano Fanetti, sembra essersi aperta una vera e propria frattura. Nettissima, profonda. E nonostante ormai l’ipotesi di una candidatura del magistrato Giuseppe Battarino sia da considerarsi tramontata definitivamente, il tema che rischia di spaccare i democratici è quello delle elezioni primarie.
Proprio stamattina, infatti, Fanetti, il responsabile dei giovani Pd Tommaso Legnani e un selezionato gruppo di fedelissimi del segretario cittadino, si sono riuniti in maniera semicarbonara per avviare formalmente il percorso interno al centrosinistra per designare il candidato sindaco. Le primarie per questo spezzone di Partito Democratico non sono un optional bensì l’unica e sola strada percorribile. E questo vale ovviamente anche per i due candidati potenziali del Pd, l’assessore Marcello Iantorno e il consigliere Gioacchino Favara, totalmente indisponibili a qualsiasi altra opzione.
Tutto questo accade mentre ancora oggi pomeriggio, dopo il faccia a faccia del mattino con Battarino per dirsi addio, il segretario provinciale Angelo Orsenigo ha confermato a Etv una prospettiva ben diversa: “Le primarie – ha ribadito per l’ennesima volta Orsenigo – sono uno strumento, non un dovere né un obbligo. Vedremo quale strada sceglieremo”.
Insomma, due visioni radicalmente diverse su come arrivare a selezionare l’aspirante sindaco di Como che la prossima settimana potrebbero deflagare nel seno del Pd: la segreteria cittadina il 21 dicembre punta a ufficializzare la data della competizione. Non a caso, il giorno dopo le riunioni della segreteria e dell’assemblea prov9inciale del Pd. Come se Fanetti e gli ultras delle primarie volessero dire: l’ultima parola la diremo noi. E le primarie si faranno a ogni costo.
Finirà davvero cosi? Oggi è impossibile dirlo.