L’ospedale di Saronno, oggi, era assediato da cameraman e giornalisti, dopo la bufera scoppiata in seguito agli arresti di ieri. Leonardo Cazzaniga, medico anestesista 60enne di Rovellasca, è stato portato in carcere con l’accusa di aver ucciso quattro pazienti con un cocktail letale di farmaci. In manette anche l’amante, Laura Taroni, 40enne di Lomazzo, accusata di aver ucciso (in concorso con il medico) il marito. Ma il numero dei casi sospetti – al momento cinque – potrebbe aumentare. La Procura di Busto Arsizio, infatti, ha sequestrato ieri un’ampia documentazione relativa a tutti i casi di decesso gestiti da Cazzaniga in pronto soccorso negli ultimi anni prima dei quattro presunti omicidi di cui è accusato.
Si parla addirittura di un “protocollo Cazzaniga”, un mix letale di farmaci tramite il quale portare il paziente alla morte. Quattordici gli indagati, molti dei quali legati all’ospedale di Saronno. I vertici dell’Asst Valle Olona, di cui fa parte l’ospedale di Saronno, anche oggi – come ieri – hanno scelto la via del silenzio totale, anche su consiglio della Procura.
Oltre ai quattro decessi in corsia, al centro dell’attività degli investigatori anche la ricostruzione dei decessi del padre del medico (morto in ospedale mentre Cazzaniga era di turno) e della madre della sua compagna, con la quale sembra che la donna avesse frequenti discussioni. Agghiaccianti alcune intercettazioni e alcuni elementi contenuti nelle oltre sessanta pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere i due amanti. Il dottor Cazzaniga si sarebbe fatto chiamare “dio” o “l’angelo della morte”. Una sorta di delirio di onnipotenza, secondo l’accusa, che l’avrebbe portato a causare la morte di almeno quattro pazienti anziani in ospedale. E lei, l’infermiera 40enne, avrebbe assecondato la sua indole. Anzi, sarebbe arrivata persino a ipotizzare l’eliminazione dei suoi figli. E, intercettata, avrebbe anche detto: “Io ogni tanto ho questa voglia. Di uccidere qualcuno”. Nelle scorse ore Monica Alberti, avvocato difensore di Laura Taroni, l’infermiera arrestata, ha detto che la sua assistita è “scossa e preoccupata, soprattutto rispetto al carcere. Sto valutando – ha aggiunto l’avvocato, parlando con l’Ansa – la richiesta di misure alternative, ma attendiamo l’interrogatorio di garanzia”. Taroni, accusata di aver ucciso lentamente con dei farmaci il marito di 45 anni è detenuta al carcere Bassone di Como.
Che dire di questi due assassini?Speriamo che siano condannati all’ergastolo,perché è il minimo da dare a certi criminali.Io mi chiedo solo una cosa:possibile che i colleghi di lavoro fossero così ciechi da non notare nulla?Sarà che la mentalità mafiosa del ‘non mi riguarda’,ha avuto la meglio sulla responsabilità di vigilare?