“In premessa vogliamo sottolineare come la volontà di rendere migliore la qualità della vita di Como e le sue funzioni stia a cuore a tutte le categorie sociali che compongono la comunità urbana. Gli obiettivi di fondo del PGTU, quali l’ottimizzazione dell’accessibilità urbana, riconoscendo a ciascun mezzo di trasporto le sue specificità e la riduzione degli aspetti negativi del traffico sono, indiscutibilmente, condivisibili. Tuttavia…”.
E’ da quel tuttavia che si arriva al cuore del documento sul Piano del traffico protocollato in Comune stamattina da Ance, Unindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cna e Collegio dei periti industriali. E scorrendo la pagine, vi sono critiche veramente pesantissime al lavoro prodotto dalla società Polinomia per la giunta Lucini e segnatamente per l’assessore alla Mobilità, Daniela Gerosa.
Si parte con una stroncatura della diminuzione dei posteggi in città: “La politica della sosta adottata fino a questo momento, ad esempio, ha previsto una graduale riduzione delle opzioni di parcheggio per gli utenti della città, senza creare alcuna soluzione alternativa […] Per questo, riteniamo di ribadire ancora una volta il ruolo determinante ricoperto da un’adeguata offerta di sosta, implementata nel numero e calmierata nei costi (almeno per la prima ora), per favorire il rilancio e lo sviluppo del centro storico, a sostegno non solo delle attività commerciali, ma anche di quelle artigianali, di nuovi auspicabili insediamenti residenziali e dei servizi connessi. Mentre la promozione di ulteriori azioni volte a spostare la sosta in aree periferiche dovrebbe essere supportata da un consistente potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico sia su ferro che su gomma, al momento non ipotizzabile stante il contingentamento delle risorse pubbliche che sarebbero necessarie a coprire i nuovi fabbisogni e i conseguenti nuovi investimenti e comunque attuata successivamente o quantomeno contemporaneamente al rilancio del centro storico”.
Pesantissimo un altro passaggio: “Non valutiamo condivisibile l’approccio punitivo che il Piano adotta nei confronti di alcune tipologie di utenti. E’ il caso dei residenti della convalle per i quali si propone a pag. 5 del rapporto “Temi e strategie del piano” del maggio 2016: “di rinforzare e consolidare la politica di penalizzazione del possesso – uso delle seconde e terze auto per nucleo familiare riducendo i permessi per ztl e stalli gialli o agevolazioni tariffarie oltre la prima auto(….)” quali “l’accesso alla ztl, la sosta gratuita o agevolata su suolo pubblico”.
E ancora: “Risulta assente ogni riferimento all’evoluzione tecnica dell’industria automobilistica che ha portato negli ultimi due decenni ad una consistente diminuzione delle emissioni acustiche ed atmosferiche e con tutta probabilità porterà, a breve, ad una maggiore diffusione delle auto elettriche non inquinanti che invece, in base alle previsioni del Piano, verranno comunque penalizzate”.
Bocciatura anche per le prospettive del servizio pubblico: “Non vengono chiarite le modalità attraverso le quali potrà essere incentivata e potenziata l’offerta del trasporto pubblico locale”.
No categorico anche a uno dei cardini della proposta di Polinomia, l’eliminazione del girone (reso a doppio senso) per poter chiudere talvolta il lungolago al traffico: “L’ipotesi di chiusura al traffico privato del fronte lungolago può essere affascinante. Tuttavia, se per raggiungere questo obiettivo si deve procedere alla soppressione dell’attuale “girone” a senso unico antiorario, col ritorno alla precedente offerta di un’unica corsia per senso di marcia – che sicuramente allunga i tempi di percorrenza e contraddice palesemente gliì obiettivi di riduzione della pericolosità viabilistica – occorre affermare con forza che non si tratta di un miglioramento ma di una regressione negativa. Viceversa è condivisibile l’ampliamento dei due passaggi pedonali su Piazza Cavour”.
Dubbi forti anche sui progetti ciclabili: “L’incremento della quantità e qualità delle piste ciclabili, di per sé obiettivo pregevole e condivisibile, non può, a nostro avviso, produrre riduzioni di calibro delle corsie carrabili, che già spesso risultano carenti rispetto alle necessità minime del traffico”.
Altro passaggio forte: “Esiste una contraddizione di fondo tra l’obiettivo dichiarato di fluidificare e moderare il traffico e diverse proposte contenute nel Piano che, al contrario, producono restrizioni, allungando i tempi ed aumentando i costi a carico di cittadini, “city users” e turisti che hanno necessità di accedere alla convalle, oltre che, come già detto, per gli stessi residenti […] Manca, a nostro avviso, l’individuazione di una soluzione definitiva per la sosta dei pullman turistici”.
E infine, suona come un’accusa di mancato ascolto della città, la conclusione del documento delle associazioni di categoria: “Infine, ci permettiamo di proporre una considerazione di opportunità. La città non è di chi l’amministra, ma di tutti coloro che la vivono e contribuiscono alla sua crescita ed al suo sviluppo. Per questo riteniamo che uno strumento di pianificazione, quand’anche minore ma influente come il PGTU, non possa essere proposto a prescindere dai suggerimenti e dalle proposte dei soggetti che rappresentano la struttura portante sociale ed economica della comunità cittadina. Ed è partendo da questa considerazione che auspichiamo che l’Amministrazione voglia spendere gli ultimi mesi del proprio mandato ascoltando quanto la città ha da dire”.