Il 5 dicembre – dopo il referendum sulla riforma costituzionale che pare ormai il centro del mondo politico italiano e comasco – probabilmente cadranno anche gli ultimi veli. Ma la grande macchina per le elezioni comunali a Como è ormai in moto. E qualche grande scelta sta prendendo forma.
Per esempio, quella di Mario Landriscina, ormai da mesi in lizza per diventare il candidato sindaco del centrodestra. I rumors degli ultimi giorni vorrebbero il direttore del 118 molto vicino al fatidico sì.
Mancherebbe solo un altro tassello, oltre alla tappa del referendum: un’ultima riunione plenaria con Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia per sancire – o valutare se esista – un’intesa generale di coalizione e definire il grado di autonomia nella composizione di una sua lista, affiancata a quelle dei partiti. Poi, salvo stravolgimenti, potrebbe arrivare l’annuncio, prima di Natale nonostante qualche scetticismo mai sopito della Lega Nord .
Intanto nel centrosinistra tiene banco la novità delle ultime ore: il lavoro dentro e fuori alcuni spezzoni del Pd per sondare la disponibilità a candidarsi sindaco del giudice comasco Giuseppe Battarino, ora consulente della Commissione parlamentare contro le Ecomafie. Ipotesi che – pur in assenza di qualsiasi pronunciamento da parte del magistrato – avrebbe già trovato consensi anche a sinistra ma aria più fredda nell’ala del partito che si riconosce nel consigliere regionale Luca Gaffuri. Chissà che, per questo aspetto, non pesi la storica rivalità con la parlamentare dem Chiara Braga.
Nel centrosinistra resterebbe poi l’enigma delle primarie: con un eventuale candidato del calibro di Battarino, si svolgerebbero come nulla fosse? La risposta – per capire se Como si appresta o no a una supersfida Landriscina-Battarino – come per quasi ogni nodo politico della città, dopo il mitologico 4 dicembre.