Cala il gelo tra Comune di Como e Prefettura sulla gestione del centro migranti di via Regina. A raffreddare il clima, un documento approvato all’unanimità dal consiglio comunale che di fatto è un’esplicita richiesta al palazzo del governo per avere maggiore trasparenza e un maggior coinvolgimento dell’amministrazione. E se è vero che nelle premesse della mozione si riconosce che, nei fatti, Palazzo Cernezzi non potrebbe gestire autonomamente la vicenda e che i poteri veri sono in capo al governo, una frase nero su bianco è sintomatica: “Il consiglio comunale non può essere esautorato dalle sue prerogative e dai suoi compiti”.
A questo punto, si apre il capitolo delle rivendicazioni vere e proprie che inevitabilmente faranno fischiare qualche orecchio dalle parti di via Volta.
L’intero consiglio comunale chiede infatti che il campo di via Regina non sia una struttura chiusa al controllo democratico e che quindi la Prefettura consenta “ai consiglieri comunali – oggi non autorizzati all’ingresso – di poter visitare il Campo per controllarne l’efficienza, il rispetto dei diritti umani e la corrispondenza agli interessi della città”.
Non è finita: il Comune chiede anche che il regolamento del Campo sia reso pubblico, essendo irrinunciabile conoscere regole sui diritti umani delle persone per consentire il controllo delle istituzioni della città
C’è poi la richiesta ai gestori del Campo – Caritas e Croce Rossa – di ufficializzare quotidianamente il numero dei presenti (minori non accompagnati, minori, adulti suddivisi in femmine, maschi) con esplicito riferimento alle provenienze geografiche.
Infine, l’aspetto economico, con l’invito a rendere pubbliche le cifre stanziate per la struttura e la destinazione. A questo si aggiunge l’invito affinché “siano note le strutture messe a disposizione di coloro che non potranno essere accolti nel Campo di via Regina Teodolinda, con particolare attenzione ai minori non accompagnati”.
Insomma, il concetto dietro a questa lunga serie di rivendicazioni è chiaro: per tutto quanto ruota attorno al fenomeno migranti e alla sua gestione, da Roma e dalla Prefettura, il Comune di Como chiede decisamente più trasparenza.