Ci sono i canali ufficiali fatti di liste, partiti, coalizioni. E poi ci quelli sotterranei, ufficiosi, seminascosti alla vista o alle verità conclamate. Nel secondo gruppo rientra la via stretta e per molti versi ancora tutta da esplorare che a Como condurrebbe alla designazione di un candidato sindaco di centrosinistra senza il ricorso alla elezioni primarie. E quell’ipotesi ha due nomi: Bruno Magatti e Franco Fragolino.
Il primo, oggi assessore all’Ambiente in Comune, da qualche mese è di fatto senza più una vera lista di riferimento. Fondatore di Paco, gran cerimoniere dell’alleanza con Sel, oggi Magatti ha sostanzialmente detto addio alla prima sigla pressoché scomparsa e ha separato la sua strada dalla seconda per profonde divergenze politiche.
Il secondo, Franco Fragolino, già presidente delle Acli di Como e per un pugno di mesi presidente del Consiglio comunale di Palazzo Cernezzi per il Pd, lasciò misteriosamente la seconda poltrona per motivi ufficialmente personali e ufficiosamente per divergenze con una fetta dei democratici.
Entrambi esponenti di un’area cattolica inclinata verso una sinistra moderata e lontana da certi estremismi emersi soprattutto con la vicenda dei migranti, a oggi fanno parte di quei “bei nomi” che però non hanno ancora una collocazione reale nello scenario cittadino.
Ma una certezza in questo quadro c’è: Magatti non parteciperà alla primarie, per manifesta sfiducia nello strumento di selezione del candidato sindaco. Eppure, che l’assessore tra 6 mesi lasci la scena politica di Como è difficile da credere. Allo stesso tempo, Fragolino dall’addio al Comune a oggi ha pressoché azzerato le uscite politiche ma chi lo conosce bene sa che questo non significa un taglio definitivo con l’impegno anche amministrativo.
Ed ecco, quindi, che le due strade – pare sostenute silenziosamente da un movimento di singole personalità politiche, associazioni e ambienti cattolici – potrebbero riunirsi per il voto 2017. A patto di sfuggire al tritacarne delle primarie. E dunque, solo se arrivasse un’investitura diretta dal partito-mazziere, il PD.
Accadrà?