Lui non parteciperà alle primarie del Pd, questo è un dato certo. Mossa da vecchio volpone della politica comasca, che però ne presuppone una seconda: mentre il centrodestra cincischia e il centrosinistra ancora scalda i motori, tra il serio e il faceto offre la propria disponibilità a candidarsi sindaco a quell’area politica moderata e di centro oggi forse un po’ orfana in città.
Il protagonista è l’assessore a Bilancio e alla Polizia locale del Comune di Como, Paolo Frisoni. Settant’anni, una lunga storia fatta di pane e Democrazia Cristiana, idetore del girone che oggi la giunta di cui fa parte potrebbe stravolgere, una fresco ritorno a Palazzo Cernezzi come tecnico senza sigle.
Stamattina, uscendo dall’ufficio, si è lasciato scappare la battuta. Che poi battuta non era.
“Non mi ha chiamato nessuno – ha premesso sorridendo – ma per un progetto allargato, magari non di puro schieramento politico sarei disponibile a valutare la candidatura a sindaco. Non ho bisogno di poltrone né di lavoro – ha aggiunto Frisoni – Non ho un partito, visto che la Dc non c’è più e se è anche vero che la carta d’identità può essere ritenuta penalizzante, un po’ di esperienza ce l’ho e ho sempre pensato che bisogna mettersi a disposizione della comunità. Poi nella vita ho imparato che non bisogna mai dire mai”.
Insomma, nessun piano preordinato, nessuna candidatura a sindaco già fatta e finita. Ma la disponibilità dell’assessore c’è. La coglierà qualcuno? Questo a oggi non è dato sapere.
Ma va registrato che a oggi una delle poche novità a sorpresa nella politica cittadina venga da un giovane della Classe 46.