Grande cordialità nell’incontro di stamattina a Palazzo Lombardia ma toni molto duri nel pomeriggio. Prosegue su un doppio binario il rapporto tra Comune di Como e Regione sul cantiere delle paratie.
Mentre in mattinata il sindaco Mario Lucini, in un rapido incontro milanese con il presidente Roberto Maroni e con l’assessore al Territorio Viviana Beccalossi, aveva garantito leale collaborazione per sbloccare le opere sul lungolago, poche ore dopo la giunta cittadina ha preso una decisione assolutamente meno cordiale.
E’ infatti stata approvata una delibera con cui Palazzo Cernezzi contesta praticamnte da cima a fondo il documento con cui, un mese fa, la Regione avocò a sé il cantiere sul lungolago.
“In considerazione del superiore interesse della città a vedere risolta definitivamente la questione – dice Lucini – non ci opporremo ma non possiamo non rilevare le criticità della decisione presa dalla Regione. Da parte nostra c’è sempre la massima disponibilità a trovare insieme la strada per completare i lavori”, ha concluso il sindaco.
In sostanza, l’esecutivo di Palazzo Cernezzi contesta sia i presupposti sia gli effetti giuridici della diffida della Regione che ha portato a revocare al Comune l’attuazione dell’intervento sul lungolago, sebbene questo nulla cambi in prospettiva.
“Tutti gli elementi di antigiuridicità delle deliberazioni regionali – si legge infatti nel testo del documento – potevano opportunamente essere superati attraverso un percorso di condivisione proposto tempestivamente da questo ente”. Parole che lo stesso Lucini anticipò nel giorno in cui venne privato di ogni autorità sul lungolago.
In parole povere, al di là della mano gelidamente tesa tra le parti, il Comune pare deciso a contrastare anche a suon di carte bollate ogni azione della Regione a tutela dei propri interessi, diretti e indiretti, qualora ne emergessero i presupposti anche in seguito.
E, su un piano più politico, Lucini intende dare un segnale di resistenza dopo aver perso ogni autorità sul futuro del lungolago cittadino.