Indagini da una parte e dall’altra del confine per cercare di ricostruire le ultime ore di vita della maestra di Stabio, Nadia Arcudi. In Svizzera sono stati sentiti in queste ore i familiari della 35enne e il fidanzato. Da quanto è stato possibile ricostruire è stata aperta un’inchiesta coordinata dalla procuratrice pubblica, Pamela Pedretti.
L’obiettivo è fare luce su una morte ancora avvolta nel mistero. Evidentemente si deve partire anche dalla vittima, dai suoi legami, dalle persone che frequentava. Ancora non è chiara la causa del decesso. L’autopsia non ha fornito risposte. Saranno gli esami tossicologici nelle prossime settimane a fornire ulteriori indicazioni. Si stanno vagliando tutte le ipotesi, c’è un unico particolare che sembra andare verso una conferma, ovvero la possibilità che il corpo sia stato portato nei boschi di Rodero. A rafforzare questa ipotesi il fatto che la giovane donna è stata trovata in jeans e maglietta. Non aveva con sè nè decumenti, nè cellulare. Non sembra possibile che sia arrivata lì da sola.
Nadia Arcudi viveva e lavorava a Stabio. E proprio dal posto di lavoro ieri mattina è scattato l’allarme. Non vedendola arrivare sono state avvisate le forze dell’ordine. In poco tempo è stata fatta l’amara scoperta, ovvero che il corpo ritrovato a Rodero era quello della giovane insegnante.