Sono settecento i migranti transitati nel centro d’accoglienza di via Regina dallo scorso 19 settembre, giorno in cui la struttura ha aperto i battenti. I dati, diffusi in queste ore dall’assessore ai servizi sociali Bruno Magatti, indicano un fenomeno di quasi staticità. Il saldo tra entrate e uscite quotidiane infatti vede una media di 210-220 persone al giorno. Non di più, non di meno. Per tanti che arrivano, insomma, altrettanti se ne vanno e non è escluso che tra questi ultimi molti riescano a passare clandestinamente in Svizzera. Il Centro, dunque, viene considerato da alcuni un semplice punto di transito dove trovare cure, cibo e servizi igienici.
Caso diametralmente opposto quello di un centinaio di migranti che vive stabilmente nella struttura. “Si tratta – spiega Magatti – di persone avviate all’interno di percorsi dedicati alla richiesta di Asilo. Per 14 di questi è stata attivata e ottenuta la protezione internazionale. Altri 20 stanno avviando la medesima procedura. Caso più complesso quello di 30 persone che già in passato avevano ottenuto la protezione internazionale ma che hanno abbandonato i centri di accoglienza straordinaria – i cas – perdendo il diritto all’assistenza.
Da segnalare inoltre la presenza di 17 donne per cui sono state avviate consulenze sul rischio sfruttamento: tra prostituzione e spaccio, il rischio per loro è altissimo. Gli incontri con i volontari permettono di informarle e di attrezzarle rispetto ai rischi. Sul fronte episodi critici, cioè tensioni e qualche momento di aggressività, sono solo 4 le situazioni segnalate, l’ultima sabato scorso.
Il Comune, in queste, ore ha preso accordi con il Collegio Gallio perché i migranti possano utilizzare i campi sportivi dell’istituto – il sabato mattina – perdedicarsi all’attività fisica.
Infine ieri mattina (13 ottobre), nella biblioteca del tribunale, il neonato osservatorio migranti fondato da un gruppo di avvocati lariani ha incontrato i vertici della procura, dell’amministrazione e delle associazioni di volontariato.