Foto gentilmente concessa dai colleghi di tio.ch
“Vi piace venire in Italia a fare la spesa perché costa meno? Ecco allora, visto che non ci volete a lavorare in Svizzera (visto l’ultimo referendum) siete pregati di fare la spesa a casa vostra. I supermercati li avete. Dalla prossima volta che vi vediamo a comprare in Italia vi squarciamo le gomme della macchina e non solo…“
Al netto di una sintassi decisamente traballante le minacce ci sono tutte. Può anche darsi si tratti dell’iniziativa di un singolo che non porterà a nulla – cosa che ovviamente si spera – ma intanto il volantino è comparso.
E’ successo a Tavernola nel parcheggio del supermercato. Il foglio A4 con toni decisamente ineleganti è stato piazzato sotto i tergicristalli delle auto a targa ticinese. La tensione è alimentata dal recente esito del referendum Prima i nostri voluto oltre frontiera. Consultazione che ha stabilito come, a parità di condizioni, in caso di assunzione debba essere favorito un residente a scapito di uno straniero. I frontalieri italiani ovviamente saranno i primi a essere colpiti quando il provvedimento sarà attuato.
Questi sono i frutti della “politica” dell’insulto, della contrapposizione, sempre e comunque, della “politica” che non parla alla testa delle persone, ma a organi situati a qualche decina di centimetri più in basso.
E questo vale sia al di qua sia al di là del confine.
P.S. L’altro giorno ero in Svizzera per degli acquisti: prodotti che in Italia non trovo.
Inoltre, il mio dentista, di cui sono molto soddisfatto, è a Lugano. E allora?
C’è qualcuno, che non conosce la Storia e vorrebbe riportarci indietro di qualche decennio.
Vade retro.