Aule e alloggi freddi, proteste e lamentele di studenti e inquilini e rapida corsa ai ripari di Palazzo Cernezzi. E’ stato un primo scorcio d’autunno turbolento – ma tutt’altro che caldo, almeno in senso letterale – per centinaia di giovani e meno giovani ospiti delle strutture comunali.
Nonostante il repetino crollo delle temperature iniziato lo scorso weekend e proseguito fino a oggi, il Comune di Como ha tenute spenti caldaie e termosifoni in quasi tutti gli edifici di proprietà. Uniche eccezioni – salvo lo sfortunato asilo di via Volta dove oggi si è verificato un guasto che tenuto le aule al freddo – i nidi, le materne e le strutture per l’assistenza ad anziani e disabili, fasce deboli che andavano inevitabilmente tutelate.
Per quanto riguarda tutto il resto, dalle scuole elementari alle medie, passando per condomini e singoli appartamenti, il riscaldamento è rimasto un miraggio. Niente di letale, naturalmente, ma altrettanto ovvio – soprattutto dall’inizio della settimana – è stato il susseguirsi di lamentele e proteste da parte di studenti, insegnanti e inquilini.
Inevitabile, dunque, per l’amministrazione, cambiare strategia rispetto alla risparmiosa accensione delle caldaie soltanto a partire dal canonico 15 ottobre. Anche perché, ironia della sorte, proprio 48 ore fa il Comune aveva diffuso una nota dove si spiegava che anche senza deroghe i termosifoni si potevano già accendere sebbene per un massimo di 7 ore.
Ad ogni modo, ora il problema sembra destinato a risolversi: proprio oggi, infatti, Palazzo Cernezzi ha ordinato l’accensione di tutti i riscaldamenti nelle strutture di proprietà, così da mettere fine anche alle lamentele. Siccome si tratta di circa 100 impianti in totale, l’entrata in piena attività è prevista entro domani.