Si appella al governo, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, per tamponare i possibili (e per ora molto indefiniti) effetti del referendum ticinese “Prima i nostri!”. Il governatore leghista, premettendo che “il popolo ha sempre ragione” in riferimento al voto degli svizzeri, ha ribadito che chiederà al premieri Matteo Renzi – in arrivo a Milano – di prendere in esame e inserire nella prossima Legge di Stabilità “la proposta di legge di una zona economica speciale per le aree confinanti con la Svizzera, con agevolazioni fiscali per chi oggi va a lavorare in Ticino e magari potrà decidere di rimanere qua”. Il documento a cui si riferisce Maroni venne già approvato nel 2014 dal Consiglio regionale ma finora è rimasto lettera morta.
In generale, Maroni ha affermato di “non essere preoccupato” per il voto di ieri e di aver già sentito al telefono il presidente del Consiglio di Stato ticinese, Paolo Belatraminelli, con il quale “ci sono tutte le condizioni per evitare misure discriminatore che danneggino e ledano i diritti dei frontalieri nel rispetto delle decisioni del popolo ticinese”.
Che dire delle dichiarazioni di Mr Maroni?
Fuffa.
Sono solo parole, infatti, prive di significato.
Chi mi sa dire che cosa significhino queste espressioni di Mr Maroni?:
In generale, Maroni ha affermato di “non essere preoccupato” per il voto di ieri e di aver già sentito al telefono il presidente del Consiglio di Stato ticinese, Paolo Beltraminelli, con il quale “ci sono tutte le condizioni per evitare misure discriminatore che danneggino e ledano i diritti dei frontalieri nel rispetto delle decisioni del popolo ticinese” (sic!!!).
Forse Maroni pensa che tutti siano venuti giù con l’ultima piena, le frasi sopraccitate sono un autentico esercizio di frittura dell’aria.