È stato un “affettuoso abbraccio” quello riservato oggi, domenica 25 settembre, dalla comunità di Campione d’Italia al suo vescovo, il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Dopo quasi trent’anni il Vescovo della Diocesi meneghina, allora era stato il cardinale Carlo Maria Martini, torna nella piccola enclave ambrosiana, legata alla Chiesa del capoluogo lombardo dal 777 in seguito al lascito dell’allora villaggio lacustre del conte Totone agli abati di Sant’Ambrogio.
“L’Arcivescovo, giunto a Campione di buon mattino”, si legge in una nota diffusa dal Comune,” è stato accolto dalle autorità civili, fra cui il sindaco Maria Paola Mangili Piccaluga, dalle autorità militari, Polizia locale e Carabinieri, e dal mondo dell’associazionismo campionese, Protezione civile, Samaritan”i.
Dopo il saluto del prevosto, monsignor Eugenio Mosca, e la breve visita al Museo parrocchiale, il cardinale Scola ha presenziato alla Santa Messa, nella chiesa parrocchiale di San Zenone, dedicata alla festa di Santa Maria dei Ghirli, il cui splendido santuario campionese accoglie i visitatori dell’enclave alle porte del paese.
Scola, nella sua omelia, non ha mancato di accennare al casinò municipale e ai molti campionesi che vi lavorano: «L’identità di un paese – ha sottolineato – deve trovare una normalità di vita nella quale le dimensioni proprie dell’umano, a qualunque condizione si appartenga, possano essere vissute e garantite per tutti, in ciò che ciascuno di noi sperimenta quotidianamente con il lavoro, il riposo, il dolore e la prova, l’edificazione della comunità cristiana e di amicizia civica, nella capacità di apertura al mondo intero, nell’assunzione consapevole dei bisogni che molti vivono in maniera tragica, pensiamo alla Siria o al martirio di molti cristiani che hanno dovuto lasciare l’Iraq».
Con il monito paolino ai Corinzi, giunto dalla seconda Lettura, l’Arcivescovo ha evocato come: «Anche oggi, magari con caratteristiche diverse del tempo di san Paolo, il nemico è l’idolatria. Lussuria, potere, danaro sono i grandi idoli di oggi. Chiediamoci per chi viviamo? Che peso ha il Signore nella mia giornata? Sono capace di rapporti autentici secondo il Vangelo?».
Da qui la consegna e il monito che il Vescovo ha voluto dare ai fedeli: «Occorre vivere, comunitariamente e nel quotidiano, la mentalità e i sentimenti di Gesù non attaccandosi agli idoli dei nostri giorni. Dobbiamo sostenerci nella carità e nell’amore di misericordia, rendendo attrattiva la Comunità cristiana nella consapevolezza della grande storia di cui siete portatori. Aprite le giornate con un segno di croce e, la sera, dite un’Ave Maria, perla preziosa e abbraccio materno che ci conduce a Gesù, Sono questi due gesti semplici che aiutano la conversione personale e comunitaria, facendoci una chiesa di pietre vive bella come la chiesa di pietre in cui ci troviamo».
Al termine della Santa Messa l’Arcivescovo ha salutato e benedetto le coppie di sposi che hanno festeggiato, come vuole la tradizione parrocchiale, il loro anniversario di matrimonio e i chierichetti. Prima del ritorno in Diocesi, il cardinal Scola si è fermato per una toccante visita al santuario dedicato alla Beata Vergine Annunciata.