Come ampiamente prevedibile pochissimi migranti questa mattina si sono spostati dalla stazione di San Giovanni (dove tra arrivi e partenze centinaia di persone stazionano da inizio luglio) al nuovo centro di accoglienza governativo allestito in via regina. Meno di una cinquantina al momento quelli che si sono presentati nell’area ex-Rizzo per farsi identificare. Gli altri sono rimasti nel parco dello scalo ferroviario. Nessuna tensione anche se pare che qualche attivista dei gruppi no-borders stia spingendo i migranti a non muoversi.
Il prefetto di Como, Bruno Corda, però nei giorni scorsi era stato chiarissimo:
La situazione, insomma, è assolutamente in divenire.
Il migrante deve essere identificato – come è richiesto dalla UE: le regole non le fanno i migranti, ma il paese che li ospita. Non è ammesso il fai da te. Io sono lontanissimo dalle posizioni leghiste e da quelle della destra italiana in genere, ma deve essere chiaro che chi non vuole essere identificato e neppure alloggiare nel centro di via Regina, non solo non può più bivaccare a San Giovanni, ma va rispedito al paese di origine (previa identificazione obbligatoria). E chi sobilla, vedi i nullafacenti no-borders, sia trattato come le leggi italiane stabiliscono.