Il Cosia è il torrente dei comaschi. Poco vissuto, a dir la verità, dai cittadini, perché all’ingresso di viale Giulio Cesare s’infila sottoterra per poi gettarsi dall’altra parte della città nel lago, vicino al Monumento ai Caduti.
E la parte scoperta non è mai stata il simbolo dell’acqua limpida e cristallina. Tutt’altro.
Il problema degli ultimi mesi, però, non riguarda sversamenti e inquinamento quanto, piuttosto, la manutenzione del letto e degli argini, che nei pressi della città sembra totalmente assente.
Al punto che, nei pressi dell’incrocio tra via Moro, Palestro e viale Giulio Cesare, gli arbusti diventano alberi.
Sterpaglie e piante che, qualora il mite Cosia dovesse ingrossarsi, diventerebbero un ostacolo.
Il torrente è lungo 16 chilometri. Nasce sul Bollettone, a poco più di 1.300 metri. Attraversa Albese e Tavernerio, per poi scorrere verso Como. Da via Pannilani in poi, resta scoperto per poche centinaia di metri. Nel corso della prima parte, la cura degli argini è accettabile. Nella seconda però, vicino al punto in cui inizia a scorrere sottoterra, si è sviluppata una vera e propria selva, risultati di mesi – se non di anni – di noncuranza.
“Conosciamo la situazione – risponde Mario Lucini, sindaco di Como e geologo – purtroppo però non possiamo fare molto. I corsi d’acqua secondari sono a nostro carico. Ma il reticolo principale è competenza di Regione Lombardia. Prima della pausa estiva avevo chiesto agli uffici di mettersi in contatto con il Pirellino. Avevamo già organizzato un incontro – conclude il sindaco di Como – Torneremo a chiedere alla Regione un intervento”.