L’apocalisse del giorno dopo? Non si è mai verificata. Anzi, Acsm Agam, la storica multiutility attiva nell’energia e nei servizi idrici, che ha i Comuni di Como e Monza tra i soci forti, sembra aver scongiurato il tracollo profetizzato la scorsa primavera, quando un drammatico voto del consiglio comunale (con 5 esponenti di maggioranza che “tradirono”) bocciò la vendita dell’8,25% delle azioni ad A2A proposta dalla giunta.
A dirlo sono i dati di Borsa, analizzati dall’ex consigliere comunale Mario Molteni e piuttosto chiari sulla buona salute dell’azienda di via Stazzi: il 22 aprile scorso, dopo il voto che spaccò la maggioranza di Palazzo Cernezzi e che bloccò l’operazione con A2A, il valore della singola azione di Acsm Agam era di 1,56 euro. Lo scorso 18 agosto, a dispetto di alcune previsioni che profetizzarono un crollo del valore a causa della mancata vendita ad A2A, quel valore era arrivato 1,8 euro: un incremento del 14,79%.
Puri e freddi dati statistici? Non soltanto, perché il Comune di Como – che possiede quasi 19 milioni di azioni di Acsm Agam – in 4 mesi ha visto crescere il valore del suo pacchetto da 29 milioni e 750mila euro a oltre 34 milioni. Un incremento di quasi 4 milioni e mezzo, che difficilmente intristirà qualcuno a Palazzo Cernezzi al di là delle fratture politiche di aprile.
Quella operazione , era nei tempi e nei modi sbagliata , ora è chiaro che in quel momento sarebbe stata una svendita . Nessuno mette in dubbio che potranno e dovranno esserci in futuro operazioni di aggregazione , ma ora è chiaro che si potrà trattare da posizioni di maggiore forza .