
Che non fosse stata una passeggiata di salute era noto da tempo. Ma che la sudatissima nomina del dirigente comunale Pierantonio Lorini a Rup della paratie avesse assunto i toni del calvario amministrativo tra una raffica di no e un diniego dell’interessato fino all’ultimo era meno noto. Le tortuose curve della vicenda sono contenute nel documento di nomina di Lorini, dove si legge che al suo nome il sindaco Mario Lucini (indirettamente) e il direttore generale del Comune, Tommaso Stufano, arrivarono dopo ben 3 dinieghi più o meno “combattuti”.
Prima di Lorini, dirigente del settore Mobilità e Giardini e – dopo l’arresto di Pietro Gilardoni – anche di Reti, Strade e Arredo Urbano – lo stesso dirigente aveva interpellato (sempre tra figure interne all’amministrazione) “l’ingegnere Ciro Di Bartolo del Settore Reti tecnologiche, Strade, Acque e Arredo Urbano” il quale però era “divenuto incompatibile a seguito di notifica di avviso di garanzia in data 1° giugno 2016 nell’ambito dello stesso procedimento penale”; poi – vicenda nota, questa – era toccato entrare nella “lotteria” all’ingegnere Andrea Zuccalà del settore Opere Pubbliche e manutenzione edilizia comunale, prima nominato e poi revocato dal dirigente Lorini a causa “di una opposta incompatibilità materiale in quanto collaboratore tecnico della precedente Direzione Lavori”. Infine, era stato individuato “l’ingegnere Luca Noseda del settore Opere Pubbliche e manutenzione edilizia comunale “che però “ha manifestato impossibilità materiali connesse all’applicazione della Legge n. 104/1992”.
Insomma, tra “niet” e ostacoli oggettivi, un tris di proposte naufragate che hanno riportato all’origine, ossia a Pierantonio Lorini, ritenuto – a fine valzer – “l’unica persona vocata, nell’ambito dell’attuale organizzazione, ad esercitare la funzione di RUP”. Tutto risolto, dunque, come poi avvenuto effettivamente con l’accettazione di Lorini dell’incarico (al quale non si sarebbe potuto opporre)? Solo in parte, perché sempre dalle carte emerge quanto sia maturato “obtorto collo” il sì del dirigente.
Esiste infatti il sunto di una risposta ufficiale inviata da Lorini al segretario generale da cui si evince che ancora a fine luglio (almeno al giorno 26) l’ingegnere obiettava sull’ormai profilata sua nomina a Rup paratie ribadendo “di non poter svolgere il ruolo di RUP in mancanza di adeguate competenze tecniche e per il sovraccarico di lavoro attribuitogli con la direzione aggiuntiva del settore Reti tecnologiche, Strade, Acque e Arredo Urbano oltre a quello derivante dal proprio Settore Mobilità e Trasporti, Parchi e Giardini; e, come se non bastasse, si apprende che lo stesso Lorini (nel frattempo messo in mora da Stufano perché provvedesse a nominare un Rup o a diventarlo egli stesso) contestò la messa in mora sostenendo di aver già “provveduto a promuovere l’avvio di un procedimento di nomina del RUP delle Opere di difesa delle esondazioni del lago, chiedendo a Lei, in qualità di Segretario Generale e Direttore del Settore Risorse Umane, di attivare la procedura per l’assunzione di idonea figura dirigenziale in delle competenze tecnico professionali necessarie”.
Alla fine, entrambe le obiezioni di Lorini sono poi state integralmente cassate dal segretario generale Stufano e Lorini è diventato Rup. Con quale entusiasmo e convinzione, però, non è difficile da immagine, visto anche che sulle sue spalle ricadrà in gran parte l’onere di rescindere il contratto in essere con Sacaim.