Cantiere delle paratie: il progetto originario del 1998 non era sbagliato e se fosse stato portato avanti l’opera sarebbe stata conclusa nei tempi, permettendo alla città di avere un’opera a difesa dalle esondazioni, con tanto di tutela della risorsa idrica attraverso la gestione delle acque reflue, e un lungolago riqualificato.
A dirlo sono i tre progettisti originari (gli ingegneri Ugo Majone e Carlo Terragni e l’architetto Renato Conti) che in queste ore hanno diffuso un documento dai toni durissimi nei confronti dell’amministrazione comunale, di oggi e di ieri. I tre definiscono “immotivate” le critiche mosse in questi anni verso il progetto esecutivo redatto nel 1998, ovvero 18 anni fa.
“Questo atteggiamento da parte dell’Amministrazione Comunale – scrivono – unitamente alla sua incapacità di gestire un cantiere di tale complessità, ha avuto come risultato quello di diffondere notizie ed idee non rispondenti al vero. Dal famoso “muro” ad altre varianti sostanziali introdotte al progetto originario attraverso perizie in corso dei lavori si è snaturata in modo sostanziale l’opera iniziale ed i suoi presupposti fondanti. Così come completamente difformi dal progetto degli scriventi sono state le modalità realizzative adottate”.
Scelte sbagliate dunque, secondo i tre professionisti comaschi, che hanno portato all’attuale situazione di paralisi. “In questo percorso – aggiungono Conti, Majone e Terragni – il Comune di Como ha cercato sistematicamente di motivare con presunti errori/omissioni progettuali le proprie scelte, tanto arbitrarie quanto ingiustificate, che hanno determinato il fermo cantiere e la paralisi della parte più rappresentativa della città”.
Non manca, infine, una precisazione alla luce degli ultimi sviluppi. “Dopo gli interventi della struttura di missione “Italia Sicura”, e dell’Autorità di Bacino del fiume Po riteniamo si debba ricordare – concludono – che il progetto originario aveva ottenuto tutti i pareri favorevoli dagli organi di controllo comunali, provinciali, regionali e nazionali allora preposti alla approvazione e non ha mai trovato attuazione nella sua forma autentica a causa di scelte dell’Amministrazione comunale rispetto alle quali i progettisti originari risultano completamente estranei avendone oltretutto subìto, per anni, evidenti effetti diffamatori”.