<Fossi stato nella mia città d’origine avrei votato anche io per uscire dall’Unione Europea>. Parola di Whieldon Ross Stacey. Originario di Stansted (tra Cambridge e Londra). <I nostri parenti volevano restare> ha detto invece Luca Leoni, la cui moglie è del Galles. Da Cadenabbia a Bellagio due noti albergatori lariani hanno vissuto la Brexit in modo diverso, ma entrambi concordano su un punto e cioè che all’atto pratico poco cambierà.
Il voto storico della Gran Bretagna viene dunque letto da due punti di vista differenti che però almeno sulle immediate conseguenze trovano un punto d’incontro.
Da una parte Leoni, gestisce un hotel nel cuore di Bellagio, proprio con la moglie Jane e ogni stagione ha a che fare con molti turisti del Regno Unito.
<Fosse stato per la nostra famiglia avrebbe vinto il fronte del Remain – dice – abbiamo una mentalità europeista. Questo però non vuol dire che non vediamo i problemi di questa Europa – sottolinea – Speriamo che questo voto porti con sé qualche cambiamento nell’Unione, per esempio una maggiore flessibilità. Quello che va bene ad un paese non può andare bene ad un altro>.
Sulle immediate conseguenze Leoni è cauto: <Non credo ci saranno stravolgimenti, del resto – spiega – abbiamo la Svizzera a due passi e mi sembra che entriamo, usciamo, e lavoriamo senza problemi>. <Sul fronte turistico spero di non vedere scossoni anche se – ammette – tra i nostri ospiti qualcuno ha anticipato il pagamento a prima del referendum per evitare un cambio sfavorevole>.
Anche Whieldon Ross Stacey alla guida di un hotel a Cadenabbia di Griante e vicepresidente degli albergatori di Confcommercio sostiene che sarà necessario trovare un’intesa nonostante i proclami a caldo. <E’ impensabile pensare, nell’era della globalizzazione, di chiudere i rapporti con uno stato> osserva.
Quindi una riflessione sul voto. <Ragionando come un anglosassone anche io avrei optato per l’uscita – conferma Ross Stacey – Noi siamo estremamente pratici mentre quest’Europa sembra solo complicare le cose. Voglio precisare che io credo nell’Unione, ma bisognerebbe avere un po’ di umiltà politica e ammettere che nelle condizioni in cui siamo sarebbe necessario un cambiamento. Mi riferisco – spiega – alla burocrazia opprimente, al prelievo fiscale e alle tante promesse che non vengono mantenute>. <L’Inghilterra ha avuto il coraggio di fare questo passo perché crede nelle proprie possibilità, spero – conclude – che questo sia un punto di partenza per innescare un cambiamento necessario, una svolta che anche molti altri paesi auspicano>