Riaprire il cantiere in un anno sarebbe <un successo>. Sono le parole di Mauro Grassi, direttore di Italiasicura, la struttura di missione alle dipendenze di Renzi alla quale è stato affidato il compito di salvare il lungolago di Como.
Oggi pomeriggio l’uomo del governo ha incontrato il sindaco di Como, Mario Lucini, tornato a Roma per la seconda volta, dopo la prima riunione del 25 maggio. Nel mezzo un altro vertice, programmato per il 16 giugno e poi annullato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, alla luce dell’inchiesta su appalti pubblici e paratie avviata dalla Procura di Como che aveva portato agli arresti di due dirigenti comunali, Pietro Gilardoni e Antonio Ferro.
Oggi, attorno a tavolo si son seduti Mauro Grassi, direttore di Italiasicura, Mario Lucini, sindaco di Como, e due rappresentanti tecnici di Regione Lombardia e Autorità di Bacino.
<Abbiamo approfondito possibilità e alternative, vagliando gli aspetti giuridici, tecnici ed economici – ha detto Grassi – Il 7 luglio potremo indicare la strada migliore e il soggetto può dare un cronoprogramma preciso, affinché i cittadini capiscano meglio come potremo procedere>.
Dopo aver detto che le ipotesi di commissariamento, per ora, non sono state vagliate, Grassi parla di tempi. <Senza ancora aver approfondito con i colleghi – ha detto – posso immaginare che se noi riuscissimo entro un anno a riaprire il cantiere sarebbe un successo. Un passo importante – ha concluso il direttore di Italiasicura – è verificare quali lavori sono necessari e come vanno realizzati. Su questi punti dobbiamo dare risposte definitive, chiedendo anche alle persone competenti quali sono i rischi di quest’area>.
Il direttore di Italia Sicura sembra infine scartare, per il momento, l’ipotesi di affidamento delle chiavi del cantiere del lungolago a Regione Lombardia.