Chi si attendeva una notte dei lunghi coltelli è rimasto deluso. Perché l’assemblea di ieri sera del Partito Democratico di Como ha visto sì confrontarsi posizioni molto distanti ma, alla fine, i vertici provinciali sono riusciti a tenere insieme il partito e a uscire con una linea comune: avanti con Lucini fino a fine mandato, concordando con gli alleati due o tre iniziative da potare a termine prima delle elezioni. Chi era presente, racconta anche di una sorta di “tregua armata” tra il consigliere regionale Luca Gaffuri e la deputata Chiara Braga, due esponenti le cui posizioni negli ultimi giorni sono sembrate molto differenti.
Due i fatti politicamente rilevanti. Il primo, come detto, è una sorta di “commissariamento” della giunta Lucini. Da qui a fine mandato il Pd vuole delimitare il raggio d’azione dell’amministrazione comasca a pochi interventi, da concordare con gli alleati.
Il secondo è tutto interno al Pd. La segreteria cittadina viene affiancata da quella provinciale, che si occuperà espressamente anche della gestione dei fatti di Como. A chi vede, in questo passaggio, un commissariamento del partito cittadino, Stefano Fanetti – segretario di Como – risponde così: <I livelli, provinciale e cittadino, verranno rispettati. Nessuno ha chiesto un mio passo indietro, e se la segreteria provinciale si interessa ancor più da vicino delle questioni cittadine, ne sono lieto>.
All’assemblea di ieri era presente anche il consigliere comunale dissidente Gioacchino Favara, che dovrebbe chiedere un incontro a breve con la segreteria provinciale per spiegare le ragioni della sua sfiducia al sindaco Lucini.