Canone concordato sconosciuto a Como. La nuova tipologia contrattuale per gli affitti in città è praticamente inesistente, la percentuale di utilizzo si ferma solo al 4%. Tanto che nello studio di Solo Affitti (azienda italiana che opera in franchising, specializzata nel mercato della locazione) il capoluogo occupa la penultima posizione nella classifica che passa in rassegna 52 territori.
“Il contratto d’affitto con canone concordato – spiega Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – si sta diffondendo in Italia contribuendo a disincentivare i contratti in nero grazie ai risparmi consistenti per inquilini e proprietari. I primi pagano un affitto inferiore a quello di mercato e usufruiscono di detrazioni fiscali ai fini Irpef nel caso in cui l’immobile diventi residenza principale. I proprietari beneficiano di
agevolazioni fiscali utilizzando la cedolare secca al 10% anziché quella al 21% prevista per i canoni liberi”.
Questa tipologia di contratto può essere stipulata solo nei comuni delle 11 aree metropolitane, nei comuni capoluogo di provincia e nei comuni ad alta densità abitativa. La locazione ha una durata minima di 3 anni, al termine dei quali, se non c’è disdetta, si rinnova automaticamente per altri 2.
Il canone concordato va forte soprattutto nel Centro e Nord Italia, in particolare a Grosseto e Bolzano dove i proprietari di casa ne fanno uso nella quasi totalità dei casi (rispettivamente 98% e 96%), così come ad Asti e Forlì (95% ciascuna).
Dall’altra parte della graduatoria appena sopra Como si colloca il capoluogo di regione. La nuova tipologia contrattuale stenta a decollare a Milano dove non si va oltre il 5%, anche perché, secondo quanto emerge dall’analisi, i canoni concordati su alcune aree si discostano troppo dai prezzi di mercato. Il concordato è poco conosciuto anche a Varese dove comunque la percentuale sale al 20%, va meglio a Lecco dove si raggiunge il 40%.