
Il giorno dopo gli arresti shock in Comune a Como – un’inchiesta sugli appalti pubblici, paratie incluse, che ha portato i dirigenti Antonio Ferro ai domiciliari e Pietro Gilardoni in carcere – il Partito Democratico, principale forza di maggioranza, sta cercando di capire come incassare il colpo.
Per ora, la fiducia a Mario Lucini non sembra in discussione. Anzi: ieri si sono riuniti i consiglieri comunali del Pd, e pare che, di fronte a una situazione così grave, anche le divergenze interne possano essere temporaneamente accantonate.
<Tutti eravamo e siamo sbigottiti – dice Andrea Luppi, capogruppo del Pd – ma vogliamo restare al servizio della città. Abbiamo un bilancio appena approvato, lavori da concludere, servizi da garantire. Io sono con Mario Lucini, e credo di non essere il solo. La nostra scelta è suffragata dall’atteggiamento del sindaco, che resta comunque alla guida del Comune>.
Al vertice di ieri sera era presente anche il consigliere Gioacchino Favara, spesso in contrasto col sindaco, ma chi ha assistito all’incontro parla di un confronto <teso ma sereno>.
<Le riunioni politiche, ora, serviranno per decidere la linea – aggiunge Stefano Fanetti, segretario cittadino del Pd – ma non penso sia in discussione la fiducia a Lucini, anche perché il sindaco ha confermato la volontà di continuare. Certo è che le notizie di ieri sono tegole che cadono proprio nel momento in cui si pensava, sulle paratie, di intravedere una possibilità di soluzione>. Mentre consiglieri e segretari di partito affrontano l’aspetto politico, l’iter giudiziario fa il suo corso.
Domani saranno interrogati domani, dal gip di Como, il dirigente comunale Pietro Gilardoni e il professionista Roberto Ferrario, due dei quattro arrestati.