Un’ora e mezza davanti al giudice per ribadire la sua verità: la convinzione che i titoli obbligazionari per i quali è stato arrestato fossero veri. L’ex sindaco di Como Stefano Bruni è stato interrogato oggi nel carcere di San Vittore dal giudice per le indagini preliminari di Milano, che ha confermato per il commercialista 54enne la custodia cautelare in carcere. Almeno per il momento, i legali dell’ex sindaco non hanno presentato alcuna istanza.
Bruni è stato arrestato all’alba del 26 maggio scorso nella sua casa di Como della guardia di finanza di Lecco. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Milano e il commercialista è accusato di bancarotta e abusivismo finanziario nell’ambito di una vicenda che ha riguardato il crac di una società incaricata di riscuotere tributi locali.
Secondo gli inquirenti, i titoli obbligazionari serviti per la capitalizzazione di una società attiva nell’ambito della riscossione tributi – operazione per la quale Stefano Bruni ha fatto da intermediario – erano in realtà privi di valore. L’ex sindaco, che avrebbe incassato per questa attività 170mila euro, secondo l’accusa era consapevole del fatto che quei titoli fossero in realtà privi di valore. Accuse respinte anche oggi dall’ex sindaco di Como. «Bruni è tranquillo e ha sostenuto l’interrogatorio rispondendo alle domande – ha detto l’avvocato Giuseppe Sassi – Per il momento non abbiamo presentato alcuna istanza e stiamo valutando se ricorrere al Tribunale del Riesame».