Paratie di Como: entro venti giorni il passaggio decisivo. Il futuro dell’eterno cantiere comasco dovrebbe e potrebbe essere tracciato da un’ennesima riunione, la seconda a Roma nel giro di pochi giorni.
La prima si è tenuta stamattina. Il sindaco di Como, Mario Lucini, è andato da solo – senza tecnici o dirigenti – nella Capitale per incontrare Mauro Grassi, direttore di Italia Sicura.
Italia Sicura è struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Un organismo alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri: l’unico, al momento, che sembra in grado di sbloccare il cantiere in riva al lago di Como, fermo da quattro anni, con un progetto – specie nell’ultima variante – finito nel mirino della Procura di Como e dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
<La riunione di stamattina serviva per avere un primo contatto con la struttura di missione – precisa il sindaco di Como, Mario Lucini, al rientro da Roma – i responsabili mi hanno chiesto chiarimenti e documenti. Abbiamo approfondito il problema in un incontro durato circa un’ora e mezza. Il prossimo passo – continua Lucini – sarà un vertice tra Anticorruzione, Regione Lombardia, Comune di Como, Ministero dell’Ambiente e Italia Sicura>. I tempi di convocazione sono piuttosto rapidi. <Quindici, venti giorni al massimo – ipotizza Lucini – e spero che questo passaggio sia decisivo. Spero che in quella sede si scelga la strada da percorrere>.
I comaschi, intanto, aspettano l’avvicinarsi di questa ennesima scadenza. Seduti in riva, senza nemmeno poter vedere il lago. Nella speranza che, forse, l’intervento di una struttura alle dirette dipendente di Renzi – possa sbloccare una situazione di stallo non più tollerabile.
In serata Mauro Grassi, direttore di Italia Sicura, ha confermato che l’incontro decisivo è fissato per il 15 giugno a mezzogiorno. La data è stata concordata con l’Autorità Nazionale Anticorruzione. Convocata anche Regione Lombardia e Comune di Como.
<Il nostro obiettivo – ha detto Grassi – è riaprire il cantiere sul lungolago di Como. Una simile situazione si è verificata qualche anno fa a Genova, con 35 milioni di euro bloccati e alluvioni che si ripetevano. L’importante, per arrivare a una soluzione, è evitare cappelli politici sull’opera. Il ruolo dell’Anac – ha concluso Grassi – è fondamentale: l’autorità anticorruzione dovrà indicare le strade possibili per riaprire il cantiere sul lungolago>.