Alptransit avanza a passo spedito e il 1° giugno verrà inaugurata la galleria del San Gottardo, mentre sulle linee ferroviarie italiane, sulla Milano-Como-Chiasso in particolare, naturale prosecuzione della nuova ferrovia svizzera, ancora non si sa che cosa cambierà. Intanto è scattato il conto alla rovescia per il taglio del nastro della galleria del San Gottardo, due tunnel paralleli lunghi 57 chilometri, entrambi a binario unico, scavati nella roccia tra Erstfeld (Canton Uri) e Bodio, in Canton Ticino. Quella del San Gottardo è la galleria ferroviaria più lunga del mondo e la prima dei due tunnel dell’Alptransit, la nuova ferrovia transalpina che consentirà ai treni merci e passeggeri di attraversare le Alpi a velocità più elevate e con convogli più lunghi, accorciando i tempi tra Zurigo e Milano (dalle quasi 4 ore oggi necessarie si scenderà a 2 ore e 40 minuti) e aumentando la capacità di carico, liberando così le strade dai camion. La seconda galleria del sistema Alptransit è quella in costruzione sotto il Monte Ceneri, lunga 15,4 chilometri, anch’essa con due canne parallele a binario unico, che entrerà in funzione nel 2020. Anno in cui è previsto un cambiamento radicale del traffico ferroviario tra la Svizzera e l’Italia, con l’immissione, almeno teorica, di un centinaio di convogli in più, una sessantina diretti a Milano, una quarantina indirizzati verso Luino e Gallarate, località quest’ultima dove è attivo il terminal dell’Hupac per l’interscambio ferro-gomma delle merci. Per ora, però, siamo fermi alla teoria. «Martedì scorso abbiamo partecipato al tavolo tecnico che si riunisce periodicamente per fare il punto sulle problematiche dei collegamenti ferroviari nel Quadrante Nord (province di Como, Lecco, Sondrio e Monza, ndr) e abbiamo chiesto che ci venisse fatto sapere che cosa succederà nel 2020», afferma Ettore Maroni, portavoce dei pendolari lariani che viaggiano sulla linea Milano-Como-Chiasso. «Quello del 2020 sarà un cambio di orari epocale – aggiunge Maroni – Noi abbiamo chiesto alla Regione e a Trenitalia di cogliere l’occasione per riportare i treni Intercity alla stazione di Como San Giovanni, visto che ora non fermano più in città, salvo rarissimi casi. Ci hanno detto che stanno discutendo con le ferrovie svizzere per trovare il modo di combinare gli orari e far sì che i nuovi convogli previsti dal 2020 possano convivere con il traffico attuale. Sessanta treni in più mi sembrano però improponibili. Per inciso, vorrei far notare che alla riunione di martedì hanno partecipato rappresentanti dei Comuni e delle Province di Monza, Lecco e Sondrio ma nessuno da Como». Maroni spiega poi che lavori sono in corso da tempo sulla Milano-Como-Chiasso per adeguare gli impianti alle necessità dei nuovi convogli in arrivo con Alptransit. In particolare, vanno risagomate le gallerie per consentire il transito dei vagoni merci, più alti, su cui saliranno i camion. «Dal 18 luglio al 28 agosto di quest’anno – sottolinea però Maroni – per interventi di adeguamento sulla tratta tra Desio e Monza ci sarà un pesantissimo taglio di treni, tra cui il convoglio in partenza da Como San Giovanni alle 7.13 del mattino, utilizzato da numerosi pendolari, che non andranno di certo in ferie per un mese e mezzo. Abbiamo pertanto chiesto alle Nord di non ridurre, come di solito avviene in estate, le corse tra Como Lago e Milano per compensare i tagli sulla Milano-Como-Chiasso».