Caso Angiuoni: mistero risolto, o quasi, ma la vicenda è tutt’altro che chiusa.
Al centro dell’attenzione l’ormai nota fideiussione stipulata dall’ex presidente del Como per il mutuo sul centro sportivo di Orsenigo dalla quale non era stato liberato, nonostante l’uscita di scena dalla società. La vicenda è finita in tribunale e il giudice ha dato al Como 30 giorni per liberare Vincenzo Angiuoni dalla fideiussione o prestare congrue garanzie personali o reali. Due alternative per il Como che avrebbe scelto la seconda strada, quella delle garanzie personali o reali appunto, come emerso in queste ultime ore dopo giorni di incertezza.
Dalla società comasca infatti, finora, erano arrivati soltanto due stringati comunicati nei quali si spiegava di aver adempiuto all’ordinanza entro i termini e, in second’ordine, di aver fatto appello. Qualche dettaglio in più è arrivato soltanto oggi con l’intervento dell’ex presidente Angiuoni, che ha spiegato la situazione con un comunicato stampa, in questo caso tutt’altro che stringato.
“Nessuna dichiarazione di liberazione dalla garanzia, a suo tempo prestata in favore del Calcio Como mi è ad oggi pervenuta da parte della Monte dei Paschi di Siena – si legge nel comunicato diffuso dall’ex patron – nella mattina di sabato 13 maggio 2016, è pervenuta ai miei legali una dichiarazione del nuovo legale del Calcio Como, che fa riferimento a “fideiussioni solidali” rilasciate in mio favore da una serie di società, che immagino siano in qualche modo riferibili allo stesso Calcio Como e alla sua compagine sociale. I miei legali hanno prontamente richiesto l’atto notarile con cui queste società si sono costituite fideiussori in mio favore, oltre che informazioni e documentazione, per conoscere il contenuto specifico di queste garanzie, nonché la loro congruità”.
Immediata e piccata la replica del Calcio Como, affidata a un comunicato stampa. “Di fronte all’ennesima richiesta di chiarimenti riguardo alla ormai stucchevole “questione Angiuoni”, il Calcio Como – senza in alcun modo voler intervenire in un confronto giornalistico con chicchessia – ribadisce di aver adempiuto all’ordinanza del giudice Petronzi. Desiderando chiarire la vicenda una volta per tutte si specifica, inoltre, che il certificato dell’atto notarile – attraverso il quale il Calcio Como, la S3C (proprietaria del Calcio Como), nonché le società che partecipano alla compagine sociale di S3C si sono costituite fideiussori in favore del sig. Angiuoni – è stato recapitato direttamente dal nostro ufficio legale agli avvocati dello stesso Angiuoni, senza che tale incombenza fosse comunque prevista dall’ordinanza del Tribunale”. Tra botta e risposta, approfondimenti e appelli, insomma, il caso è tutt’altro che chiuso.