<D’ora in poi il consigliere Favara parla a titolo personale, e non in nome del Partito Democratico>. Il j’accuse di Gioacchino Favara, consigliere comunale del Pd, nei confronti del sindaco Mario Lucini, segna una frattura insanabile nel partito.
L’esponente dei democratici ha demolito la giunta Lucini praticamente su tutto: dai risultati mancati, ai modi autoritari di gestione della città.
I vertici Partito Democratico devono schierarsi. O con Lucini, o con il consigliere dissidente Favara. Appoggiare Favara significherebbe praticamente far cadere l’amministrazione. Perciò, il Pd cerca di isolare Favara e difende Lucini.
<Non riteniamo l’esperienza di Mario Lucini così fallimentare come è stata descritta da Favara – attacca Stefano Fanetti, segretario cittadino del Pd – non neghiamo alcune difficoltà, ma prendiamo le distanze in modo netto dall’intervento del consigliere Favara. Non condividiamo i contenuti e riteniamo inaccettabili i toni>. Quindi, Gioacchino Favara è fuori dal Partito Democratico? <Non serve prendere provvedimenti formali – replica Fanetti – come dice Renzi, non è il Pd a metterti fuori. Sei tu a metterti fuori, con certi atteggiamenti. Sia chiaro che d’ora in poi il consigliere Favara parla per se stesso, e non in nome del partito. I suoi interventi non sono né concordati né condivisi>.
Infine, le primarie. Anche in questo caso, viene respinta la richiesta di Favara, che vorrebbe che Lucini si confrontasse alle primarie. <Il partito non può chiedere al sindaco uscente di partecipare alle primarie – conclude il segretario cittadino – sarebbe una sorta di sfiducia. Io spero che Lucini si ricandidi, sarei favorevole>.